Fabrizio Soro, presidente dell’Associazione Allevatori Umbria e Marche, fa il punto sullo stato dell’arte del comparto zootecnico nei territori delle due regioni.
“Il nostro obiettivo è quello di offrire agli allevatori delle Marche gli stessi servizi che forniamo a quelli dell’Umbria. È un impegno che stiamo portando avanti da quando le Marche sono entrate ufficialmente a far parte dell’Associazione Allevatori Umbria e Marche (AAUM), estendendo sul territorio marchigiano un’operatività consolidata e pronta a rispondere alle grandi sfide della zootecnia moderna, senza tradire il legame col territorio e la tradizione che caratterizza le produzioni zootecniche locali”.
Fabrizio Soro è il presidente dell’Associazione Allevatori Umbria e Marche e in questo percorso chiamato a coniugare modernità e antiche tradizioni sa che si gioca la grande partita della tutela di una zootecnia diversa da quella forse più conosciuta della Pianura Padana, ma non per questo meno importante e ricca di valori.
“Le aziende zootecniche presenti in Umbria e Marche – spiega – sono realtà perlopiù di piccole e medie dimensioni, distribuite capillarmente sul territorio spesso in zone particolari e marginali, dove il pascolo è il principale punto di riferimento e proprio per questo rappresenta un valore da sviluppare e trasmettere nella sua importanza. Questo si traduce non solo in produzioni di alta qualità, spesso purtroppo non adeguatamente remunerate dal mercato, ma anche nella capacità di presidiare e tutelare il territorio. Si tratta di una vocazione antica che però ha un costo molto elevato perché il pascolo va gestito e mantenuto con costi che soprattutto oggi, con gli effetti dei cambiamenti climatici e i problemi legati alle incursioni delle fauna salvatica, sono ancora più elevati. Purtroppo il consumatore non è sempre correttamente informato e non sa che fare l’allevatore in territori così vulnerabili come i nostri è complicato e richiede uno spirito di sacrificio e un attaccamento alla terra non comuni, con costi di produzione spesso superiori ai margini di guadagno auspicati”.
Tra allevamenti di bovini da carne, da latte, ovicaprini e suini, AAUM in Umbria ha in Controllo Funzionale 753 aziende per una consistenza totale di 20.456 capi. Nelle Marche le adesioni a questo fondamentale servizio sono in fase di raccolta dall’inizio dell’anno e in totale potrebbero arrivare a coinvolgere oltre 21mila animali per circa 800-900 di aziende.
“I Controlli Funzionali rappresentano lo strumento basilare che attraverso il rilevamento dei dati produttivi e riproduttivi dei capi iscritti ai Libri Genealogici offrono le necessarie informazioni per il miglioramento genetico degli animali – continua il presidente Soro – ma quello che l’Associazione fornisce agli associati umbri e marchigiani non si limita a questo. I nostri tecnici presenti sul territorio effettuano periodicamente nelle aziende i controlli sugli impianti di mungitura per verificarne la corretta operatività, a cui si aggiunge il collaudo annuale degli strumenti preposti alla registrazione delle produzioni. Su delega dell’allevatore di ogni specie prodotta, l’Associazione gestisce la Banca dati nazionale attraverso la verifica e l’aggiornamento del registro di stalla, ed è sempre attraverso la presenza dei tecnici che fornisce alle aziende la necessaria assistenza sulla normativa in materia di benessere animale, oltre a rilevare i gas ambientali in allevamento a cui segue l’invio della relazione tecnica con indicati i parametri da adottare per migliorare le condizioni strutturali ed igienico-sanitarie. L’Associazione provvede poi all’installazione del gestionale Si@lleva e a predisporre e ad aggiornare periodicamente il manuale di corretta prassi igienica e Haccp”.
Oltre al supporto di carattere istituzionale, il presidente Soro sottolinea che oggi gli allevatori di Umbria e Marche sentono la necessità di un percorso formativo. “L’Associazione è per i suoi associati un riferimento tecnico – puntualizza – e l’aspetto della formazione non può essere escluso da questo percorso, perché la zootecnia è al centro di una grande trasformazione in cui la conoscenza e l’approfondimento dei mezzi che la tecnologia mette a disposizione, oltre alle normative in continua evoluzione, rappresentano il pilastro di un’attività che guarda al futuro. Siamo al lavoro anche su questo fronte e insieme ai corsi sul benessere animale per gli allevamenti suinicoli che hanno preso avvio in queste ultime settimane, stiamo predisponendo un calendario di iniziative che via via coinvolgeranno tutte le specie zootecniche allevate e che saranno organizzate sul territorio. La nostra è una zootecnia di qualità e di grande fatica proprio per come si estrinseca. Noi vogliamo che anche il consumatore impari ad apprezzare di più e meglio una produzione che è arrivata fino ai giorni nostri nel solco di un’antica tradizione – conclude Fabrizio Soro – e può essere sostenibile per l’ambiente ma anche per l’allevatore. Meritando un posto sul podio delle produzioni di qualità”.