Il vino è per eccellenza un prodotto dell’ingegno dell’uomo, come l’arte, come la scienza medica, come l’igiene. Senza l’intervento umano il vino non potrebbe esistere, non avrebbe diritto di cittadinanza nella nostra realtà, nessuno ne conoscerebbe l’esistenza né ne avvertirebbe la mancanza.
Il vino, opera d’ingegno dell’uomo
Ecco perché, in un momento storico come quello odierno, in cui da parte di qualcuno si vorrebbe mettere all’indice il consumo – anche quello responsabile – di vino, è ancora più importante valorizzare la produzione del vino e il mondo che le ruota attorno, specie se si parla di produzioni che seguono determinate regole etiche.
Slow Wine Fair, la fiera del vino sostenibile
Un’occasione che si presenterà a Bologna dal 26 al 28 febbraio con lo svolgimento della seconda edizione di Slow Wine Fair, la fiera del vino buono, pulito e giusto, nata dal connubio fra la trentennale esperienza di BolognaFiere nel mondo del biologico con SANA e lo storico impegno di Slow Food sui temi della biodiversità, della sostenibilità ambientale e dell’equità sociale.
Oltre 700 aziende dall’Italia e dal mondo
Saranno 750, con un incremento del 50% rispetto alla passata edizione, le cantine presenti, la metà delle quali certificate biologiche, biodinamiche o in conversione, da tutte le regioni italiane e da 21 paesi dei cinque continenti, e oltre 3mila saranno le etichette in attesa di degustazione da parte di un pubblico di appassionati, buyer e professionisti, che avrà la possibilità di scoprire vini frutto di un’agricoltura sostenibile, le cui parole d’ordine sono biodiversità, tutela del paesaggio agricolo, uso ponderato delle sue risorse, crescita culturale e sociale delle comunità contadine, oltre a una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori.
Un’opportunità di conoscere il vino giusto
Un’opportunità di conoscenza e approfondimento offerta dal ricco banco di assaggio, dalle otto masterclass e dalle conferenze in programma nella Slow Wine Arena – Reale Mutua e in Sala Opera, tra cui la consegna del Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, lunedì 27, e il convegno di martedì 28 “La comunicazione e promozione del vino tra revisione Ocm e istanze salutiste”, a cui sono invitati i maggiori rappresentanti politici e professionali del settore.
Una rete internazionale per la sostenibilità
L’appassionato degustatore così come l’operatore professionale potranno conoscere produttrici e produttori di 750 cantine da 21 paesi che condividono nuovi orizzonti, sfide comuni e obiettivi futuri e che provengono da Cina, Croazia, Georgia, Macedonia del Nord, Romania e Slovenia, senza dimenticare ovviamente Francia, Germania e Spagna, e tutte le regioni della nostra penisola, ma anche essere testimoni dell’incontro internazionale della Slow Wine Coalition, la rete internazionale, inclusiva e collaborativa che unisce i protagonisti del mondo del vino, riflettere sui temi portanti del comparto, scoprire gli oltre 150 locali con la migliore selezione vinicola.
La commissione giudicante
Tutti i vini presenti sono stati rigorosamente selezionati e ammessi da una speciale commissione giudicante composta da Antonio Boco, uno dei più apprezzati wine writer italiani, Paolo De Cristofaro, giornalista, assaggiatore, divulgatore e autore radio-televisivo, Giampaolo Gravina, docente universitario in Wine culture and communication, Deborah Parker Wong, giornalista californiana specializzata in vini e distillati, Federica Randazzo, vice curatrice nazionale della guida Slow Wine, e Giancarlo Gariglio, coordinatore della rete tematica internazionale Slow Wine Coalition.
Mai a stomaco vuoto grazie agli street food
Siccome poi non è bene degustare il vino a stomaco vuoto, per una pausa gustosa tra una degustazione e l’altra, Slow Wine Fair proporrà una selezione di cucine di strada in cui assaporare specialità locali e regionali. Non mancheranno quindi i padroni di casa, come I due gatti, nati nella Food Valley emiliana, e i food truck del territorio specializzati nella pasta fresca: La Collina delle meraviglie by Stappo e Bstradi. Ma ci saranno anche le olive e i fritti all’ascolana di Migliori e le specialità del fornello pugliese di Quelli della bombetta, ormai punti di riferimento degli eventi targati Slow Food, insieme a Pantura, cucina itinerante con base a Milano.
Tema clou: il cambiamento climatico e il vino
Tema portante dell’edizione 2023 saranno gli effetti del cambiamento climatico sulla produzione vitivinicola, che verranno raccontati dai protagonisti italiani del vino sostenibile come Elvira Rini dalla Valle d’Aosta, Michael Goess-Enzenberg ed Helmuth Zozin dall’Alto Adige, Francesca Seralvo dalla Lombardia, Marco Capra e Nicholas Altare dal Piemonte, Giuseppe, Cristina e Roberta Roeno dal Veneto, Edi e Kristian Keber dal Friuli-Venezia Giulia, Sergio e Thea Navacchia dall’Emilia-Romagna, Francesco Galgani, Flavia Del Seta e Diego Fenocchi dalla Toscana, Marco e Paolo Carpineti dal Lazio, Federica e Francesca Pantaloni dalle Marche, Filippo Antonelli dall’Umbria, Valentina e Luigi Di Camillo dall’Abruzzo, Rodolfo Gianserra dal Molise, Gaetano Bove, Vincenzo D’Avino e Luigi Giordano dalla Campania, Paolo Benegiamo dalla Puglia, Luca Faccenda dalla Basilicata, Pietro Uras, Renzo Manca e Simone Murru dalla Sardegna.
I protagonisti italiani e mondiali del vino fair
Ma verranno narrate anche storie di vino sostenibile dalle altre parti del mondo, come quella di Luciano Peirone e Sebastian Escalante, che in Argentina conducono le vigne più in quota del mondo, quella di Sabiha Apaydun, impegnato a valorizzare il grande patrimonio viticolo della Turchia, tra i primi cinque paesi al mondo per superficie vitata, davanti a Stati Uniti e Argentina, e seconda solo a Spagna, Francia, Cina e Italia, e della transizione al biologico di aziende leggendarie della Borgogna come il Domaine de la Romanée-Conti e il Domaine des Hospices de Beaune, che ha iniziato la conversione alla viticoltura biologica nel 2022. Nel 2021, nella regione Bourgogne-FrancheComté c’erano 784 aziende vinicole biologiche, che rappresentavano il 20% della superficie viticola, ossia una percentuale superiore alla media nazionale francese.
Il vino da uve bio in crescita costante
E in effetti il vino da uve biologiche e biodinamiche piace sempre di più sia in Italia che all’estero. Da un’indagine condotta da Nomisma-Wine Monitor risulta che un italiano su due lo sceglie, apprezzandone la qualità, legata all’attenzione alla sostenibilità ambientale.
La forza dei vini italiani è proprio la denominazione d’origine che, unita alla certificazione bio, fa davvero la differenza, valorizzando i territori di provenienza. Il vino bio Made in Italy è particolarmente apprezzato anche all’estero, dove vale il 19% dell’esportazione globale di agroalimentare bio.
In termini assoluti parliamo di 626 milioni di euro di vino bio Made in Italy venduto all’estero, +18% rispetto al 2021 e una quota sul totale dell’export vitivinicolo italiano dell’8%. Inoltre, l’Italia con 128 mila ettari di vite coltivata con metodo biologico detiene il primato per incidenza di superficie vitata biologica: il 19% sul totale della viticoltura nazionale.
Negli ultimi 10 anni le superfici di vite coltivate a bio sono aumentate di oltre il 109%. Il vino bio conferma, dunque, il suo ruolo centrale all’interno del processo di transizione ecologica verso un’agricoltura sostenibile, che non utilizza sostanze chimiche di sintesi, a tutela della fertilità del suolo, della biodiversità e come contrasto al cambiamento climatico.
Le masterclass di Slow Wine Fair
Ma come potrebbe esistere Slow Wine Fair senza le sue masterclass? Ecco quindi il nutrito calendario che abbraccerà le prime due giornate della kermesse: domenica 26 febbraio si parlerà dei vini del Caucaso, dell’annata 2010, nota anche come la “vendemmia perfetta”, e dei grandi vini bianchi e rossi delle 14 regioni vitivinicole francesi, mentre lunedì 27 toccherà ai distretti biologici italiani in collaborazione con FederBio, alla degustazione della Maison de Champagne Lombard e alla biodinamica in Cina secondo l’enologa Emma Gao.
L’acquisto di una masterclass nei giorni riservati agli operatori della filiera del vino, consente anche agli appassionati la possibilità di acquistare l’ingresso alla manifestazione in questi giorni. Basta scrivere a info.eventi@slowfood.it.
Non solo vino: il dolce mondo degli amari
Tra le novità di questa edizione, Slow Wine Fair ospita la terza edizione della Fiera dell’Amaro d’Italia, con un’area dedicata dove produttori d’eccellenza potranno esporre i loro amari. Alcuni fra questi, selezionati da Amaroteca e dall’Associazione Nazionale Amaro d’Italia, sono protagonisti di masterclass esclusive per raccontare la propria produzione.
Un’occasione imperdibile per tutti gli operatori del settore, gli appassionati e i potenziali acquirenti, per scoprire una selezione qualificata di professionisti e partner della filiera dell’Amaro d’Italia.
Nessuna carta dedicata al ristorante, nessun sommelier, nessuna denominazione d’origine controllata, nessun consorzio. Eppure l’amaro è un prodotto tipico italiano per eccellenza: con una lunga tradizione, legata a ingredienti e ricette del territorio, un prodotto che all’estero non si trova quasi da nessuna parte.
Tra gli amari presenti a Slow Wine Fair troviamo prodotti che hanno come ingrediente principale un Presidio Slow Food, come l’amaro al carciofo nostrale di Niscemi. L’Amaro al Carciofo Paesano, realizzato con l’antica varietà del carciofo di Niscemi, Presidio Slow Food, si ottiene da cuori e gambi, le parti più pregiate del carciofo, prodotti in agricoltura etica, lasciati macerare nell’alcol per 60 giorni e miscelati, poi, con un infuso di erbe e caramello, secondo un’antica ricetta locale.
Ma a Slow Wine Fair troviamo anche Scuppoz, storica azienda abruzzese che dal 1982 si impegna a valorizzare l’artigianalità e la qualità dei liquori tipici della regione. La Genziana Secca e Amabile sono ormai le colonne portanti di questa realtà, alle quali si sono affiancate altre linee di genziana più pregiata come la Genziana delle Pecore, liquore di Genziana a base di Trebbiano D’Abruzzo, composta da un blend di tre radici tagliate a mano provenienti da tre differenti montagne, raccolte a tre diverse altitudini.
I momenti di riflessione
Non mancheranno i momenti di confronto e riflessione: dall’America Latina alla Croazia, dalla Cina agli Stati Uniti, passando per i preziosi contributi dei partner dell’evento, nella Slow Wine Arena – Reale Mutua i membri della Slow Wine Coalition, i professionisti del settore e gli appassionati si misureranno sul fermento che caratterizza il mondo della viticoltura internazionale.
La giornata di domenica 26 si aprirà con la celebrazione dei 15 anni della FIVI, Federazione italiana vignaioli indipendenti, ospitata presso la Sala Opera, e alle 11 con il convegno inaugurale “ll futuro del vino è buono, pulito e giusto”, per poi proseguire con incontri dedicati a “Vino e comunità”, “Vino e paesaggio” e “Vino come cultura”, mentre lunedì 27 i temi all’ordine del giorno saranno il workshop “Slow Wine Coalition: attiviamoci per il vino buono, pulito e giusto”, la cerimonia dedicata al Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, in cui una giuria di professionisti decreterà i locali che si sono distinti per le loro selezioni territoriali e tematiche, “Il viaggio del vino, dalla vigna alla bottiglia”, “Come cambia la geografia del vino: le risposte alla crisi climatica”, “Contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili di prodotti fitosanitari in agricoltura biologica” e “Le enoteche di Eataly, cantiere aperto per la Slow Wine Coalition” e martedì 28 si dibatterà di “La comunicazione e promozione del vino tra revisione OCM e istanze salutiste”.
Il premio alla miglior carta dei vini
Appassionati e professionisti del settore infine saranno chiamati a dar vita a una delle principali iniziative – e novità – di Slow Wine Fair 2023: il Premio alle migliori Carte dei vini. Si tratta di un ulteriore tassello nato dalla collaborazione tra Slow Food e Milano Wine Week per valorizzare il lavoro di chi promuove la cultura del bere bene e del vino buono pulito e giusto, e per rafforzare il legame tra locali che incentrano le proprie selezioni su vini di questo tipo e winelovers.
I premi, territoriali e tematici, vengono conferiti a dodici diverse categorie. Fra i premi territoriali italiani, migliore selezione di Barolo e di Chianti Classico (per le denominazioni più affermate) e migliore selezione di vini irpini e di Trebbiano d’Abruzzo (per le denominazioni emergenti). Per i premi territoriali internazionali i focus saranno, invece, la Loira e la Mosella e, per quanto riguarda i territori emergenti, l’Austria e la Slovenia.
Non solo i terroir! Alla Slow Wine Fair verrà dato spazio anche ad alcune categorie tematiche, che rendono protagonisti i vitigni, le certificazioni o l’idea stessa di vino buono, pulito e giusto, come la migliore selezione di vini provenienti da vitigni autoctoni, la migliore selezione di vini certificati (biologici e/o biodinamici), la migliore selezione di vini con un buon rapporto qualità-prezzo e la migliore selezione di vini italiani buoni, puliti e giusti all’estero.