Dopo lunghe e complesse trattive tra i paesi dell’Unione Europea ed il Canada, è op
erativo da qualche giorno il Ceta, che dovrà essere comunque ratificato dai singoli Parlamenti degli Stati dell’Unione.
L’accordo tra Ue e Canada prevede l’abolizione del 99% dei dazi doganali; per l’Europa significa la possibilità di esportazione di merci dagli Stati membri per un valore tra i 400 e i 500 milioni di euro.
Ceta: nuove norme per imprese e professioni
Tra le norme approvate alcune sono particolarmente interessanti, come l’apertura alle imprese Ue per le gare d’appalto nel paese nordamericano, per la fornitura di beni e servizi non solo a livello federale ma anche a livello provinciale e municipale.
Il trattato elimina anche alcuni ostacoli per le professioni regolamentate come quelle di architetto, ingegnere e commercialista che verranno reciprocamente riconosciute, oltre che adeguare la legislazione canadese agli standard europei sulle norme sul diritto d’autore.
Il Ceta contiene in sé tra le altre cose anche un nuovo meccanismo per la risoluzione delle controversie tra investitore e Stato, quando un governo legifera nell’interesse pubblico arrecando danni all’investitore, sostituendo le norme precedenti con un nuovo sistema giudiziario più trasparente per la protezione degli investimenti, con un tribunale pubblico composto da giudici indipendenti e di carriera, nominati dall’Ue e dal Canada.
Il Ceta nell’agro-alimentare
Per quanto riguarda il settore agro-alimentare, con il Ceta il Canada si è impegnato ad aprire il suo mercato a formaggi, vini e bevande alcoliche, prodotti ortofrutticoli e trasformati, i quali dovranno essere conformi alle disposizioni dell’Ue.
Lo Stato nordamericano ha accettato di proteggere 143 prodotti tipici che beneficiano dell’indicazione di origine.
Per il nostro paese il Ceta prevede la protezione di 41 prodotti di denominazione di origine: dal Prosciutto di Parma alla bresaola della Valtellina, dall’aceto Balsamico di Modena, alla Mozzarella di Bufala Campana e via dicendo; prodotti che quindi potranno ora godere di una protezione dalle imitazioni analoga a quella europea.
Ceta: non poche le polemiche
In Italia, che gode purtroppo del primato di avere il maggior numero al mondo di prodotti contraffatti, diverse organizzazioni hanno ritenuto l’accordo un compromesso “al ribasso” in quanto non tutelerebbe abbastanza i prodotti italiani, mettendoli sullo stesso piano di quelli canadesi, comprese le “imitazioni”, come il Parmesan rispetto al Parmigiano Reggiano.
Coldiretti soprattutto è alquanto critica verso l’accordo che ritiene un regalo alle grandi lobby industriali dell’alimentare colpendo il vero Made in Italy e favorendo la pirateria e la delocalizzazione, con riflessi pesantissimi sul tema della trasparenza e delle ricadute sanitarie e ambientali, come ad esempio anche l’indebolimento degli standard europei su ormoni della crescita, Ogm, trattamenti delle carni con sostanze chimiche, clonazione animale e via dicendo.