E se Orvieto diventasse (anche) meta enogastronomica? È questo l’obiettivo di un gruppo di ristoratori orvietani, con la partecipazione della Fondazione Cotarella e del Consorzio Orvieto Way of Life, che hanno ideato una serie di cene con chef ospiti da tutta Italia e un evento imperdibile che trasforma la città in teatro di workshop e passeggiate gastronomiche tra le vie medievali della città.
Orvieto Città del Gusto, dell’Arte e del Lavoro
Orvieto Città del Gusto, dell’Arte e del Lavoro è un’iniziativa voluta e organizzata dal Consorzio Orvieto Way of Life e da Fondazione Cotarella, con il patrocinio del Comune di Orvieto e il supporto fondamentale del Gal Orvietano Trasimeno, che offre a cittadini e turisti una bellissima occasione per apprezzare un patrimonio fatto di storia ma anche di futuro, di nuove sfide e di nuove opportunità. Il progetto si fonda su due appuntamenti cruciali: la settimana dedicata ai workshop e alle passeggiate gastronomiche e il calendario di cene a quattro mani con ristoratori locali e chef ospiti provenienti da tutta Italia. Un progetto, dunque, che movimenta la città durante tutto l’arco dell’anno, e che ha come obiettivo quello di far (ri)diventare Orvieto meta enogastronomica.
La seconda edizione di Orvieto Città del Gusto, dell’Arte e del Lavoro e i preparativi per il prossimo evento
La seconda edizione di Orvieto Città del Gusto, dell’Arte e del Lavoro – tenutasi dal 24 settembre al 2 ottobre 2022 – è stata un successo, con una partecipazione di oltre millecinquecento persone alle passeggiate per le vie del centro storico e con numerosi workshop dedicati all’olio extravergine di oliva, al tema del lavoro e della formazione nel mondo dell’enogastronomia, alla scienza a tavola e a tematiche delicate come quelle affrontate nel convegno “Alimentarsi di vita” dove si sono alternati sul palco ragazzi con i disturbi del comportamento alimentare, genitori, medici, operatori e associazioni. Una settimana densa e intensa che verrà replicata dal 17 settembre al 1 ottobre del 2023, un anno cruciale poiché Orvieto si prepara a festeggiare il cinquecentenario della morte di Luca Signorelli, artista che ha lasciato in eredità alla città alcune delle sue opere maggiori, una tra tutte il Giudizio Universale all’interno del Duomo di Orvieto.
La cena al Sette Consoli con Valeria Piccini e i prossimi appuntamenti
In attesa della terza edizione di Orvieto Città del Gusto, dell’Arte e del Lavoro, ogni mese un ristoratore orvietano ospiterà un grande chef italiano per una cena aperta al pubblico. Il primo appuntamento ha visto fianco a fianco due grandi interpreti dei rispettivi territori: Anna Rita Simoncini e Valeria Piccini. Entrambe fedeli alla stagionalità dei prodotti e a una linearità dei sapori, entrambe fuori dal tempo e dalle mode, capaci di mantenere il gusto al centro. La prima è la chef del Sette Consoli a Orvieto, una tavola nata nel 1992 che ha saputo attraversare epoche e tendenze diverse, confermandosi sempre al passo con i tempi. La seconda è chef di Da Caino, grazie al quale il piccolo borgo di Montemerano è salito alla ribalta della ristorazione nazionale e internazionale.
Abbiamo avuto la fortuna di assistere alla loro cena, con un menu di cinque portate dove si sono alternati i due stili, simili ma al tempo stesso unici. Si è cominciato con il benvenuto pensato da entrambe (tartare di trota e panna acida, supplì all’amatriciana, biscotto di fegato e mela verde, tonno marinato e ciliegie) e l’antipasto made Anna Rita, ovvero un trancio di baccalà con le sue trippe accompagnato da crema di patate, verdure di stagione e pane alla curcuma per un risultato che viaggia tra equilibrio, sostanza, gusto, cotture e abbinamenti perfetti.
Il primo è opera di Valeria Piccini: et voilà dei plin ripieni con carne di cortile, glassati con una riduzione di funghi e ultimati con gel di frutti rossi. Un piatto dalle note dolci, al tempo stesso pungente e complesso, perfetta espressione di questa cuoca schiva e totalmente libera da ogni tendenza.
Coerente (non era cosa affatto scontata) con la quaglia di Anna Rita, farcita con frutta secca e foie gras e accompagnata da un tortino di patate e tartufo nero uncinato. A chiudere le danze lo scenografico Porcino, con un gambo di gelato ai porcini ricoperto di cioccolato bianco e il cappello alle nocciole e ribes.
A completare il quadro di questa bella serata il servizio orchestrato dai due figli d’arte, Serena Stopponi (in sala c’era anche il papà Mauro che rimane pur sempre il grande patron di casa) e Andrea Menichetti. Noi rimaniamo in attesa del prossimo appuntamento il 24 novembre con Giovanni Solofra del ristorante Tre Olivi di Paestum che sarà ospite al ristorante Malandrino.
by Gambero Rosso