La notorietà nazionale e internazionale di San Vito Lo Capo al di fuori del suo territorio e della parte più occidentale della Sicilia, è dovuta più che alle sue belle coste ed al suo mare azzurro e pulito, all’organizzazione da una ventina d’anni del “Cous Cous Fest“, rassegna internazionale di cultura ed enogastronomia del Mediterraneo.
Il paese, bella cittadina turistica di oltre quattromila abitanti, sul promontorio di Capo San Vito, è uno dei più famosi luoghi di soggiorno estivo dell’intera Sicilia, che qualche anno fa è stata eletta la migliore spiaggia italiana e l’ottava in Europa; il suo territorio è delimitato dal golfo di Macari da una parte e da quello di Castellamare del Golfo e la Riserva dello Zingaro dall’altra.
San Vito Lo Capo non è un borgo antico; nasce infatti solo nel ‘700, anche se tracce di epoca preistorica sono state rinvenute nelle grotte naturali che caratterizzano il promontorio.
Il paese sorse attorno a quello che oggi è il “Santuario”, una piccola cappella dedicata a San Vito martire e a Santa Crescenzia, nel ‘300 trasformata in fortezza-alloggio per pellegrini, che accorrevano numerosi da tutta l’isola per richiedere una grazia al Santo.
Più volte restaurata nell’arco dei secoli, attorno al Santuario nel settecento si cominciò a costruire alcune abitazioni; in epoca precedente si erano edificate solamente alcune torri d’avvistamento edificate in posizioni strategiche nei dintorni, per individuare per tempo l’arrivo dei pirati saraceni.
Il nuovo borgo, nell’arco dei secoli, ha accolto esploratori, viaggiatori, commissari governativi che, mossi da curiosità, interessi culturali o militari, misero a punto meticolose ed interessanti descrizioni sulla geografia del luogo.
Il borgo è ancora oggi piccolo e molto suggestivo, con stradine dritte e piazzette ben tenute, piena di locali commerciali e strutture ricettive di ogni livello.
La famosa spiaggia dello Zingaro di San Vito Lo Capo
La sua ampia spiaggia dorata è bagnata da un’acqua pulitissima, azzurra e trasparente, anche quando l’affollamento è notevole; il mare a riva non è particolarmente profondo, particolarmente adatto per le famiglie con bambini.
Poco distante da San Vito si trova la Riserva dello Zingaro, un’area naturalistica protetta chiusa alle macchine e alle imbarcazioni, che possono fermarsi al largo.
La Riserva è piena di calette e insenature, con spiagge di sassi piccoli e acqua turchese; lungo i sentieri ben segnati, battuti e protetti da staccionate e corde che le collegano, crescono profumati cespugli di rosmarino ed i tipici arbusti della macchia mediterranea.
A pochi chilometri da San Vito C’è il piccolissimo borgo di Castelluzzo, una frazione di un migliaio di abitanti che vive prevalentemente di turismo, caratterizzato però dalla presenza di olivi secolari della sua “valle degli olivi” che producono un olio d’oliva particolarmente fruttato, di profumo intenso.
Macari è l’altra frazione di San Vito, un borgo marinaro di 450 abitanti che ospita un’antica tonnara e dal quale si possono ammirare dei bellissimi tramonti.
Il turismo è da tempo l’industria prevalente di San Vito Lo Capo, che ha scelto di privilegiare un turismo abbastanza elitario, che non ha nulla da invidiare a quello di altre rinomate località frequentate dal jet set internazionale.
San Vito Lo Capo e il Cus Cus Fest
Tantissime comunque le iniziative di richiamo, non solo nel periodo estivo; tra queste la più nota è appunto il “Cous Cous Fest“, una gara gastronomica internazionale di cous cous che impegna chef provenienti da diversi paesi, che si affrontano proponendo questo piatto etnico cucinato secondo la propria tradizione gastronomica, attirando nel borgo decine di migliaia di persone.
Il cous cous di pesce è anche il piatto che domina la gastronomia sanvitese; ogni locale qui, da sempre, lo cucina impiegando pesce fresco pescato nei mari prospicenti San Vito; cous cous condito con la zuppa ottenuta da scorfani, boghe, saraghi, cernie, gronghi, ombrine, e saporiti tranci di questo pesce che guarniscono le portate lasciando negli avventori un ricordo indelebile e la voglia di tornare per mangiarne ancora.