All’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, in territorio aquilano, nella valle del Tirino, ai margini di un vasto altopiano di origine carsica, c’è il piccolo borgo medioevale di Capestrano.
Abitata fin dal neolitico, come testimoniano alcuni reperti archeologici ritrovati nella zona, di Capestrano, oggi con meno di mille abitanti, si inizia a parlare solamente in epoca medioevale quando il territorio è sotto la giurisdizione del Monastero di San Pietro ad Oratorium.
Tra i ritrovamenti del periodo preistorico c’è la necropoli ed il “Guerriero di Capestrano”, celebre statua di arte italica raffigurante un guerriero armato rigidamente eretto e sostenuto da due pilastri, uno dei quali con un’iscrizione picena, con una maschera funeraria sul volto.
Passato di mano in mano nei secoli successivi, anche per via dell’abbondanza d’acqua e della posizione facilmente difendibile, i vari signorotti che ne ebbero la proprietà feudale arricchirono il borgo con un castello fortificato e la circondarono di mura di difesa.
L’imponente Castello Piccolomini
Castello Piccolomini, che ancora oggi si erge maestoso sopra il borgo, fu ampliato a metà del ‘400, probabilmente utilizzando una costruzione precedente; la costruzione dava sulla piazza ed è ancora evidente il suo ruolo difensivo, con feritoie e bertesche.
All’interno della corte è possibile ammirare il pozzo e la bella scalinata che consente l’accesso ai piani superiori dove, all’inizio del ‘900, dopo un sapiente restauro conservativo, sono stati recuperati due splendidi saloni oggi utilizzati anche per congressi, feste e manifestazioni culturali.
Poco distante dal castello, c’è la chiesa di S. Pietro ad Oratorium, che per un migliaio d’anni ha incarnato il vero centro della vita e del potere nel borgo, in cui sono transitati i potenti delle diverse epoche: papi, imperatori, cardinali, principi e granduchi.
La chiesa, con tre navate e tre absidi a pianta circolare, divise da sette arcate a sesto tondo su pilastri a sezione quadrata, contiene preziosi affreschi risalenti all’inizio del XII secolo.
A metà del ‘400 venne iniziata la costruzione del Convento di San Giovanni, ad opera di San Giovanni da Capestrano, ampliato negli anni per ospitare sempre più monaci, con diverse attività produttive collegate, tra le quali un lanificio ed una farmacia.
Nel Museo del convento sono custoditi oggetti di grande valore liturgico appartenuti al Santo, arredi sacri, un quadro settecentesco ed una duecentesca bolla papale di Urbano IV.
Oltre queste, sono diverse le costruzioni religiose presenti nel piccolo borgo abruzzese; tra queste, annessa al convento c’è la quattrocentesca chiesa di an Francesco; poi S. Maria del Rosario, trecentecsa; la seicentesca S. Maria della Pace; San Biagio, già presente nel 1100, solo per citarne alcune, a testimonianza della devozione di questa popolazione per lo più di pastori, agricoltori ed artigiani.
Il borgo medioevale
Passeggiando per le vie del piccolo borgo è come immergersi in un libro di storia medioevale, dove si possono incrociare le stradine, i vicoli, le piazzette acciottolate, i palazzi signorili, le porte d’accesso al castello e nelle mura perimetrali.
Oggi la vita di Capestrano è strettamente collegata al “Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga“, al cui interno il borgo è inserito e del quale rappresenta uno dei punti di accesso nella parte meridionale.
Attorno al Parco si è venuto sviluppando un movimento turistico e naturalistico di tutto rispetto che non ha risparmiato Capestrano.
Un’altra attività di rilievo per il paese è la pesca sul fiume Tirino, praticata da centinaia d’anni; le sue popolazioni hanno sempre attinto ricchezza dal fiume con l’impianto di mulini, valchirie, la pesca e la coltivazione degli orti, abbondanti lungo le sue sponde.
Lo zafferano
Capestrano è nota anche fuori dai suoi confini per un prodotto agricolo, lo zafferano, ma anche per l’uva, le mandorle, l’olio e le olive, ortaggi e cereali; l’allevamento ovino, e conseguentemente l’attività casearia, è tutt’ora ben avviata.
Collegate alle attività agricole, si sono sviluppate negli anni anche piccole industrie di trasformazione, in particolare quelle di sgusciatura meccanica delle mandorle, pastifici e molini.
Diverse le iniziative che si organizzano; tra queste la “Sagra della bettola”, rievocazione storica del locale all’aperto destinato in passato ad accogliere i mercanti che si recavano a Capestrano per la fiera del giorno successivo, nel corso della quale si possono assaggiare molti prodotti tipici o di vecchia tradizione come cotiche e fagioli e carne alla brace.