Nel punto più stretto della Valtellina, dove questa perde la denominazione di “media” per assumere quella più consona di “alta”, sorge Tirano, a circa 25 Km da Sondrio, capoluogo di provincia.
Cittadina di poco più di novemila abitanti si trova a quota 441 m. s.l.m. all’incrocio tra la strada statale che percorre longitudinalmente la Valtellina con quella diretta verso la Val Poschiavo e il confine italo-svizzero.
Sull’etimologia del nome gli storici e gli specialisti, in varie epoche, si sono dati battaglia e alcuni optano per “inter amnes” cioè tra i fiumi, ed infatti vi scorrono l’Adda ed il Poschiavino. In zona esistevano insediamenti già in epoca preistorica, le cui tracce sono rivelate da incisioni rupestri, dai pugnali del XVIII a.c. e dalla stele dell’età del rame ora sita presso l’Antiquarium Tellino.
Nei secoli Tirano si è sviluppata principalmente attorno al borgo antico e alla zona del Santuario della Madonna di Tirano il monumento religioso più importante della Valtellina, che domina la bella piazza, crocevia obbligato per la Svizzera.
La tradizione narra che il 29 settembre 1504, la Madonna apparve al tiranese Mario Omodei, promettendo la cessazione della peste qualora fosse stato costruito un tempio in suo onore. La costruzione della basilica è iniziata nel 1505 ed è terminata nel 1513. Il Santuario è il più bell’esempio del Rinascimento in Valtellina e da sempre meta di fedeli provenienti da tutta Europa.
La Basilica della Madonna di Tirano, con il suo il monumentale organo barocco, ricca di decorazioni a stucco, sculture ed affreschi, rappresentava un tempo il baluardo del cattolicesimo contro la diffusione della riforma protestante, è oggi il monumento religioso più importante della Valle.
Un lungo corridoio urbano unisce le due anime della città e conduce al centro storico che, al riparo dal traffico cittadino, sorprende per la tranquillità. La bellezza delle vie storiche non è stata intaccata dal commercio, presente in maniera di discreta.
Sul versante retico dominano la costiera interamente coltivata a vigneti terrazzati, mentre il versante orobico è zona di coltivazione di meli.
La parte storica, che sorge sulla riva sinistra dell’Adda è, a tratti, ancora circondata dalle possenti mura volute dal duca di Milano Ludovico il Moro verso la fine del XV secolo, e dominata dalle rovine della poderosa Torre del castello di Santa Maria, familiarmente detto Castellaccio, di recente restaurate.
In buono stato di conservazione sono le tre porte da cui si accedeva al borgo: la Porta Poschiavina collegante con i Grigioni e l’Engadina, la Porta Bormina a nord, verso Grosio e Bormio e il passo dello Stelvio e la Porta Milanese attraverso la quale accedeva chi pervenisse dal Lago di Como o dal Passo dell’Aprica.
Nel borgo è situata la collegiata di San Martino con il bel campanile in stile romanico lombardo del XV secolo, oltre a Palazzo Marinoni, anticamente convento degli Agostiniani nel XV secolo ed ora sede municipale, Palazzo Salis, sede museale, i Palazzi Quadrio, Merizzi, Visconti Venosta, Parravicini, Buttafava, Torelli (XVII- XVIII secolo) ed il Museo Etnografico Tiranese (MET) vicino alla Basilica, in un palazzo del XVIII secolo, la Casa del Penitenziere.
Sono numerose e di pregio anche le dimore patrizie, di famiglie di conti e visconti che furono culla di uomini illustri nel campo della politica e delle scienze e che sempre si distinsero per il loro attaccamento all’Italia.
Tirano si è sempre trovata in una posizione strategica di primaria importanza, di cui si occuparono le Cancellerie di Parigi, Vienna, Venezia e Madrid. Chi possedeva il castello ed il relativo borgo fortificato possedeva le chiavi d’accesso all’Engadina, al lago di Como, all’Allemagna ed alla Serenissima Repubblica di Venezia i cui confini includevano la Valcamonica.
Nelle vicinanze del paese c’è il millenario xenodochio di S. Perpetua, ove venivano ospitati coloro che dal milanese e da Venezia si recavano in Allemagna, e che ancora domina Madonna di Tirano col piccolo campanile della sua chiesetta che vanta affreschi alto medioevali.
A poca distanza sempre sulla stessa antica strada, c’è anche lo xenodochio di san Remigio, a 1.800 metri di altitudine su una rupe a strapiombo sul lago di Poschiavo.
Una delle maggiori attrattive turistiche del paese è, la Ferrovia Retica oggi Patrimonio Unesco, che da Tirano, attraversando la valle di Poschiavo e il Passo del Bernina, collega la Valtellina a Saint Moritz, seguendo un percorso che per la sua bellezza e per l’arditezza del tracciato è considerato tra i più interessanti al mondo.
Si tratta della più alta ferrovia d’Europa, i cui treni di colore rosso trasportano ogni anno sui binari a scartamento ridotto dai trecento ai quattrocentomila viaggiatori, quasi tutti stranieri; particolarmente numerosi sono gli asiatici, il che contribuisce a dare alla cittadina quelle caratteristiche cosmopolite che si riscontrano nelle grandi città.
Fiorente mercato fin dal ‘500. Tirano ha una vocazione commerciale ed organizza molte manifestazioni in ogni stagione, a partire dalla fiera di San Michele, quella di Pentecoste e nei giorni di San Martino di Tours, Patrono di Tirano, la Sagra dei Chisciöi e le iniziative dedicate ai vini valtellinesi come ad esempio “Eroico Rosso Sforzato Wine Festival”.
Come sempre in queste manifestazioni non mancano i prodotti tipici della zona: oltre a salumi e formaggi quali il Bitto, il Casera, lo Scimudin, la vasta produzione di mele nelle zone sul versante orobico ed i vini locali come lo Sforzato, il Valtellina Superiore Docg, l’Inferno, il Grumello, il Sassella, prodotti sui tipici vigneti a terrazzo del versante retico.
In tempi più antichi era diffusissima in valle la coltivazione del grano saraceno, elemento base di famosi piatti tradizionali, a base di farina nera e formaggi, quali polenta nera, pizzoccheri ed il Chisciöi, piatto tradizionale di Tirano.