Franco Battiato se n’è andato a cantare tra gli Angeli, a scrivere Musica in Paradiso. In silenzio, tra il profumo di ginestra e l’odore di vigna, a Milo (Catania).
Te ne sei andato in silenzio, in mezzo al silenzio di quel pugno di case di campagna di Milo, dopo una lunga sofferenza che non meritavi.
Chissà se pensavi o se inventavi ancora musica divina in quel momento fatidico, se il vulcano appena sopra la tua testa stava tuonando lento per far sapere al mondo che stavi abbandonando la Terra.
“Quei muri bassi di pietra lavica arrivano al mare e da qui ci passava ogni tanto un bagnante in estate, Sciara delle Ginestre esposte al sole (…) e il cuore quando si fa sera muore d’amore non si vuol convincere che è bello vivere da soli”: così, Franco, in una delle tue liriche, “Secondo Imbrunire” – 1988 -, tratteggiavi quel paesaggio etneo per esternare il tuo stato d’animo.
Si, avevi deciso di vivere lì in compagnia della solitudine, già da parecchi anni… e lì, quel silenzio ti suggeriva strofe, pensieri d’amore, spiritualità, ti faceva guardare il mondo da una bellezza nascosta.
Avevi trovato il tuo rifugio, nessuno poteva trovarti, tra quel profumo di ginestra e quell’odore di vigna nelle giornate assolate che ti suggerivano amore.
Franco, mentre scrivo sto piangendo, sono commosso, come penso milioni di persone che ti volevano bene, che amavano le tue strofe, la tua musica incantata.
Sono venuto ai tuoi concerti più volte, ma per me non voleva dire “ascoltare musica”, significava sfogliare pagine di romanzi scritti da un Maestro d’amore, inventati per chi avesse voglia di sognare, di abbracciare la spiritualità!
Ti ho incontrato l’ultima volta un po’ di anni fa, sotto un ombrello, proprio a Milo, all’anfiteatro, durante una di quelle sere di fine estate, dopo Ferragosto, “quannu venunu i riuturi”, sì “quando arrivano i primi acquazzoni” sui borghi dell’Etna, dopo un’estate piena di sole.
Sotto quell’ombrello improvvisato, in mezzo alla pioggia volevi, volevi salutarci tutti, lo stesso!
Dovevi cantare, tu che avevi dato il cuore per far rinascere la cultura in quel piccolo paesello di Milo, dove non succedeva mai niente, se non al tempo di vendemmia, quando decine di contadini bruciati dal sole raccoglievano chicchi dorati e dolcissimi.
Te ne sei andato guardando il mare dei Ciclopi da lontano, lo avevi voluto tu quel posto meraviglioso e semplice, tra case disperse in mezzo ai filari e ai boschi.
Era la Poesia della Natura che ti accompagnava, che ti proteggeva, che ti amava, ti stringeva a sé e non ti lasciava andare.
Avevi deciso di allontanarti dal mondo del frastuono, della “dolce vita”, delle luciabbaglianti, degli atteggiamenti fatti di compromessi e di finzione… volevi tornare nel silenzio della Natura.
Riposa in pace grande Musicista. Forse, come te, non ne nasceranno più, con la tua sensibilità, la dolcezza, con quel cuore irrequieto e rivoluzionario che ti ha suggerito strofe meravigliose che canteremo per sempre.
Addio Maestro… riposa fra gli Angeli. Lassù troverai altri che la pensavano come te… ma devi andarli a cercare, sono in disparte tra di loro, e non sarà facile.
E ti vengo a cercare
Con la scusa di doverti parlare
Perché mi piace ciò che pensi e che dici
Perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
Saturo di parassiti senza dignità
Mi spinge solo ad essere migliore
Con più volontà.
……………
E ti vengo a cercare
Perché sto bene con te
Perché ho bisogno della tua presenza.
(E ti vengo a cercare. Brano di Franco Battiato – 1988)
Addio grande Maestro.