In Sicilia, alle pendici dell’Etna, in provincia di Catania, c’è Trecastagni uno dei comuni del territorio che si trovano a più alta quota.
La città, quasi 11.000 abitanti, è circondata da diversi piccoli coni vulcanici di diversa epoca e dimensione, che gli danno un aspetto alquanto bizzarro e suggestivo, ma pieno di fascino.
La particolare conformazione del territorio circostante, caratterizzato da una forte pendenza verso le località poste più in basso, rende la posizione di Trecastagni particolarmente panoramica, spingendo la vista dall’estremità meridionale della Calabria fino al Golfo di Augusta, nel siracusano.
La data di fondazione di Trecastagni, così come l’etimologia del nome, è molto incerta; di certo ha iniziato a far parlare di se nel periodo medioevale, quando fu oggetto di scorrerie e distruzioni nelle lotte per il potere delle varie casate nobiliari.
La ricostruzione dopo il terremoto di fine ‘600
Alla fine del 1600 un devastante terremoto la colpì causando danni ingentissimi; negli anni successivi e poco alla volta il paese fu ricostruito; gran parte delle chiese di Trecastagni risalgono, o sono state ristrutturate, dopo il terremoto; anche il Palazzo dei Principi Di Giovanni costruito intorno alla metà del XVII secolo riportò ingenti danni.
Nel territorio comunale vi sono alcuni pregevoli monumenti; uno di questi è un Mulino a Vento che in realtà è un antico forte di avvistamento risalente ad un’epoca precedente all’invasione dei saraceni e solo in epoca normanna riadattato a mulino a vento; al suo interno sono conservati tre cannoni, utilizzati annualmente per segnare l’inizio dei festeggiamenti in onore dei santi martiri Alfio, Filadelfo e Cirino.
Diversi gli edifici di culto presenti a Trecastagni; la quattrocentesca Chiesa Madre, dedicata a San Nicola di Bari di notevole fattura, con pregevoli lavori in pietra lavica; la Chiesa di Santa Maria della Misericordia, o dei Bianchi, anch’essa del ‘400 con il suo campanile dei Bianchi restaurato dopo il terremoto in uno stile è notevolmente diverso.
E poi il Convento dei Padri Minori riformati, con annessa Chiesa di Sant’Antonio di Padova, che risale al 1660 con il suo bel chiostro, con pilastri in pietra squadrata ed una grande cisterna.
Nelle vicinanze il seicentesco Santuario dei santi martiri Alfio, Filadelfo e Cirino è meta storica di pellegrinaggio dei fedeli, che giungono a Trecastagni durante tutto il mese di maggio, con una ricchissima collezione di ex voto.
Tra mare e montagna
Il territorio trecastagnese, trovandosi alle pendici dell’Etna ed essendo uno dei comuni al confine tra l’area metropolitana di Catania e il territorio del Parco dell’Etna, è in gran parte non edificato, e dunque ricco di attrattive naturalistiche.
I terreni sulla parte esterna di alcuni dei conetti, sono coltivati a vigna, alberi da frutto e castagneti; per entrambi i monti è possibile salire in cima, in modo da poter godere del panorama e ridiscendere all’interno degli antichi crateri, anch’essi un tempo coltivati, ma ormai abbandonati, anche se sta riprendendo piede la coltivazione del celebre pistacchio.
La Grotta Comune
A metà strada circa tra il monte Gorna ed il monte Ilice, è possibile vedere la Grotta Comune, un anfratto lavico che dà il nome all’intera zona circostante; poco oltre si trova la piccola Cappella dedicata ai tre fratelli martiri, da cui partono numerosi sentieri che si inoltrano nei boschi circostanti, salendo fino alla quota delle colate laviche che si sono succedute nel tempo.
Diverse le manifestazioni che si organizzano a Trecastagni, tra cui quella che ricorda il nome del paese, anche se la più nota è la festa in onore dei fratelli martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, che dura l’intero mese di maggio, con parate, concerti, fuochi artificiali ed eventi folkloristici; nel corso della festa, inoltre, è possibile assistere anche alla sfilata dei tipici carretti siciliani.