“Viva Procida che ci accompagnerà nell’anno della ripartenza. Oggi è un segnale per guardare al futuro“, commenta il ministro Dario Franceschini.
La Capitale italiana della cultura per il 2022 è Procida, che prenderà il testimone da Parma, a cui rimarrà il titolo un secondo anno come conseguenza della pandemia. Decisione presa dalla Giuria per la selezione della città Capitale italiana della cultura 2022, presieduta dal professor Stefano Baia Curioni che ha raccomandato al ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo il progetto di candidatura presentato dalla città campana scelta tra dieci finaliste: Ancona, Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo, Taranto, Trapani, Verbania, Volterra.
Un’isola di miti, leggende, poesie e amore
Un’isola vulcanica flegrea dell’Area Marina di Regno di Nettuno di soli 3.7 chilometri quadrati con poco più di diecimila abitanti nel Golfo di Napoli capace di affascinare coi suoi miti, leggende, poesie e storie d’amore, il perfetto scenario di capolavori del cinema e della letteratura, Procida, nata dalla battaglia tra Zeus e i giganti è un incanto le cui origini sono strettamente legate all’antica Grecia.
Le ipotesi che riguardano la sua denominazione sono molteplici, quella attuale deriva dal modo in cui veniva chiamata in epoca romana, Prochyta, secondo un’altra leggenda, invece, deriverebbe dal verbo greco prochyo, cioè sollevata dal fondo del mare o dalle profondità della Terra su cui si è addormentata, e infine il nome potrebbe essere quello di una nutrice di Enea, da lui sepolta quando approdò sull’isola.
Tra il profumo del mare e quello dei limoni, quando si approda a Marina Corricella, pittoresco borgo di pescatori, si nota quanto sia architettonicamente caratterizzata dagli archi e dai terrazzi, ma soprattutto dagli edifici dalle sfumature sgargianti.
Ci si può immergere nella storia di Procida inerpicandosi nel dedalo di vicoli strettissimi fino a Terra Murata, nucleo medievale dell’isola posto nel punto più alto per godere di un panorama mozzafiato, e da qui visitare il Palazzo d’Avalos, l’Abbazia di San Michele Arcangelo e le rovine dell’antico monastero di Santa Margherita Nuova. Anche Marina Grande, il porto principale e Marina Chiaiolella offrono graziosi scorci, così come i vicoletti interni dell’isola con le particolari abitazioni, tra cui una interamente scavata nel tufo e sviluppata su tre livelli.
Proprio dalla Chiaiolella, attraversando il panoramico ponte tibetano, si accede a una zona quasi del tutto incontaminata: l’isolotto di Vivara, mezzaluna che ospita l’oasi naturalistica protetta e riserva naturale dello Stato.
La vivacità risiede nella poesia delle reti adagiate nel porto, con i ristorantini tipici e i caffè tra cui il Roma, dove Elsa Morante e Alberto Moravia trascorsero lunghe giornate a conoscersi, confrontarsi e scrivere.
Un fascino che rimase così impresso a Elsa Morante che nel 1955, all’ombra dell’agrumeto dell’Albergo Eldorado, ebbe l’ispirazione per il romanzo “L’isola di Arturo”.
E’ anche possibile visitare la casa Graziella, ispirata alla celebre opera omonima ambientata proprio sull’isola di Alphonse De Lamartine, poeta francese che nell’aprile 1812 si fermò per 14 mesi a Procida dove conobbe e si innamorò di Graziella, una giovane dell’isola.
La spiaggia di Pozzo Vecchio
Delle spiagge la più pittoresca è quella di Pozzo Vecchio, nota per il film “Il Postino” di Massimo Troisi. Alla Locanda del Postino è possibile sostare per godersi le atmosfere del borgo e, all’interno, un’intera parete è dedicata alla celebrazione del film e ai suoi cimeli, come la borsa marrone, l’originale utilizzata durante le riprese.
Un’altra delle peculiarità del luogo è sicuramente l’ottima cucina, contraddistinta da un pescato sempre vario e freschissimo, che consente ai ristoratori di modificare ogni giorno il proprio menù.
Dopo aver goduto delle bellezze naturali, artistiche e culturali dell’isola, Luveri al sale, spaghetti ai ricci di mare e limoncello sapranno ammaliare i palati di coloro che sentono il bisogno di sperimentare i sapori decisi e veraci di Procida fino in fondo.
L’evento tradizionale di maggior importanza è senza dubbio la processione del Venerdì Santo, alla cui preparazione partecipa l’intera popolazione isolana. Adulti e bambini allestiscono i famosi “misteri”, le raffigurazioni sceniche della vita di Cristo, che poi vengono portati da Terra Murata al porto. Ne segue la Festa delle alici, del vino e la Sagra del Mare, manifestazione principale dell’estate, nel corso della quale, in onore a “Graziella”, si sceglie tra le ragazze dell’isola la bellezza mediterranea.
Quella di Procida, seppur piccola, è una realtà variopinta la cui risonanza ha avuto un forte impatto culturale capace di stupire e attrarre i viaggiatori da ogni parte del mondo, perfino gli studenti dell’architettura popolare dell’Università di Tokyo, per accogliere nel suo abbraccio di autentica tradizione, condividendo antiche e genuine usanze mai dimenticate.