Risalendo il Piemonte, prima di giungere ai piedi delle Alpi, troviamo il piccolo lago di Viverone con le sue acque cristalline di origine sorgive, sul quale si specchia l’omonimo paese, circondato da un tranquillo e bellissimo ambiente naturale.
Un borgo di antichissime origini
La presenza umana su questo lago è di origine antichissima; a Viverone sono stati ritrovati degli insediamenti formati da palafitte che risalgono alla Preistoria, probabilmente all’era quaternaria, quando il territorio, abitato da animali, ricco di acqua, permetteva all’uomo di viverci e trovare di che sostenersi.
La presenza umana attorno al lago è testimoniata da numerosi reperti archeologici ritrovati tra cui una spada di bronzo, due piroghe, ceramiche, punte di lance sono conservati al Museo di Antichità di Torino, dai quali si evince che si trattava di una popolazione dedita all’agricoltura alla pesca ed all’allevamento.
Celti, liguri e romani colonizzarono poi la zona, mentre in epoca medioevale la storia del territorio di Viverone è accomunata a quella di tanti paesi del Canavese, con scontri tra Franchi e Longobardi, con la presenza di diverse comunità ecclesiastiche e continue lotte tra le varie famiglie nobiliari in età feudale.
Il castello e il ricetto
Sono di questo periodo la costruzione di rocche e castelli fortificati ed anche Viverone ebbe il suo, assieme al ricetto, una struttura fortificata adibita a magazzino di prodotti agricoli e rifugio temporaneo per i contadini e il loro bestiame.
Nei secoli del Rinascimento si infittiscono le liti tra Viverone ed i comuni vicini per la proprietà del lago, per il diritto di pesca o per il diritto di bagnare la canapa, che termineranno solo dopo l’epopea napoleonica, quando riprende il lavoro agricolo, le fabbriche biellesi riaprono i battenti e si sviluppano i commerci tra i paesi confinanti, fino ad oggi, dopo le tante traversie del xx secolo, quando il territorio diventa un luogo di grande interesse turistico ed agricolo.
La via Francigena
Viverone è un bellissimo borgo medioevale di poco meno di 1500 abitanti, fa parte dell’associazione “Via Francigena” l’antica strada percorsa dai pellegrini di un tempo che provenivano da nord per andare a Roma e che presso i conventi, i villaggi e le chiese che si trovavano sul percorso trovavano cibo ed ospitalità per la notte.
Del quattrocentesco Ricetto di Viverone, in località Bertignano, a pianta quadrangolare, servito da due vie principali, difeso da una torre, e composto da casupole ad un solo piano con sottostanti celle seminterrate, non rimangono che pochi resti ed il duecentesco oratorio di San Giovanni Battista, con alcuni affreschi della sua cappella votiva.
Arroccato sulla sommità della serra morenica biellese, quasi a voler scrutare il lago dall’alto, tra vigneti e stradine assolate, il ricetto di Viverone è imponente, evoca quasi un timore reverenziale; la struttura è ancora oggi fuori degli itinerari turistici della zona, ma c’è in progetto per la sua ristrutturazione in moda da poterlo aggiungere all’offerta turistica, assieme al lago sottostante.
Il lago di Viverone
Attualmente è il turismo lacustre, che offre belle passeggiate sul lungolago e la possibilità di sport acquatici e navigazione ad alimentare buona parte delle attività economiche di Viverone; anche le vestigia di un passato ricco di storia sono interessanti, come la quattrocentesca chiesa della Cura o della Curavecchia, antica parrocchia di Viverone e Roppolo, in stile romanico, costruita su una vecchia chiesa preesistente e restaurata pochi decenni fa.
Il lago di Viverone è uno dei pochi bacini piemontesi che non gelano durante l’inverno e per questo motivo numerosi uccelli acquatici vi stanziano tutto l’anno, vi si fermano per lo svernamento o vi sostano durante le migrazioni: tra questi il germano reale, lo svasso maggiore, la folaga, il mestolone, la moretta, l’alzavola, il cormorano ed il gabbiano comune; è inoltre divenuto anche luogo di nidificazione di specie di uccelli ormai molto rare nella regione come il tarabuso; oppure di specie rapaci come il nibbio bruno.
Vi si trovano inoltre diversi tipi di erbe, anche di grosse dimensioni, come il millefoglio d’acqua, il ceratofillo, le brasche, le ranocchine, mentre le ninfee, radicate sui fondali ma con foglie galleggianti emerse, bordano le sponde del lago dove l’acqua non è molto profonda: la ninfea bianca e quella gialla si trovano in zone circoscritte, mentre lungo le sponde è molto comune la castagna d’acqua; in alcune zone la presenza del fior di loto, specie esotica coltivata, ha trovato condizioni favorevoli al suo sviluppo si è naturalizzata.