C’è un prodotto gastronomico della tradizione valtellinese davvero molto particolare e curioso: gli “sciatt”, il cui nome, nel dialetto locale, soprattutto dell’alta valle, significa letteralmente “rospo”; a questa sfiziosità culinaria in Valtellina vengono dedicate anche diverse sagre.
Frittelle di grano saraceno
Si tratta di piccole frittelle rotondeggianti ripiene di formaggio fuso, fatte con grano saraceno che in valle trova un uso molto vario in ambito gastronomico fin dal 1600, quando venne introdotto in valle dove trovò un ambiente favorevole alla sua coltivazione, diventando elemento prezioso della cucina valtellinese.
La lavorazione degli Sciatt prevede la preparazione di una pastella fatta con grano saraceno insaporito con un bicchierino di grappa ed uno di birra.
Dopo circa mezz’ora di lievitazione la pastella viene modellata in piccole palline rotonde riempite con formaggio Casera, uno dei grandi prodotti caseari della Valtellina.
Appena fatti, gli sciatt vanno buttati subito nell’olio bollente per brevissimo tempo ed una volta dorati, raccolti e scolati dell’olio in eccesso e serviti su un piatto d’insalata tagliata fine.
Come sempre succede, ogni massaia valtellinese come ogni cuoco di ristorante della Valtellina ha una sua ricetta segreta, che descrive come la migliore, l’originale, e tramandata da generazioni.
Una cosa è certa: gli sciatt sono davvero sfiziosi e saporiti e uno tira l’altro, quasi come le ciliegie, anche se mangiarne troppi non è certo salutare per il nostro povero fegato.