Uno dei vanti della cultura vinicola ascolana è il Falerio, che viene prodotto solamente in questa provincia marchigiana fin dal ‘500; il suo nome deriva dall’antica città Faleria oggi nota come Falerone.
I terreni sui quali viene coltivata l’uva per il Falerio dei Colli Ascolani si trovano al di sotto dei 700 metri di altitudine.
Negli uvaggi del Falerio dei Colli Ascolani Doc possono concorrere Trebbiano toscano al 20-50%, Passerina al 10-30%, Pecorino al 10-30% , più altri a bacca bianca ammessi alla coltivazione all’interno della Regione Marche, secondo le regole del Disciplinare.
Il Falerio ha un gusto piuttosto acidulo, abbastanza secco e sapido, è di colore giallo paglierino molto leggero, con alcuni riflessi verdi molto chiari, trasparente e cristallino.
Il suo profumo delicato ricorda le mele versi non ancora mature ed i fiori di campo: una caratteristica del Falerio dei Colli Ascolani Doc, consiste nella riduzione della freschezza dove c’è una maggior quantità di uva Passerina più aromatica.
Questo tipo di vino è comunque perfetto come aperitivo ma anche per essere gustato accompagnando piatti di molluschi, crostacei, pesce in genere ed olive all’ascolana.
Se la vendemmia non è stata eccessivamente precoce, la morbidezza permette di accompagnare il Falerio dei Colli Ascolani Doc anche con animali di bassa corte, come pollo, coniglio, anatra.
Come la maggior parte dei vini bianchi, non è un vino da far invecchiare; è preferibile consumarlo entro il primo anno di vita, servito ad una temperatura ideale tra gli 8 e i 10 gradi.
Non sono molte le cantine che dedicano parte della loro produzione al Falerio, una ventina o poco più; questo vimno lo si può comunque trovare in degustazione in alcune feste e sagre locali, come la Giostra della Quintana ad Ascoli Piceno, la Cavalcata dell’Assunta a Fermo, la Contesa del Secchio a Sant’Elpidio a Mare, la Sagra del Marrone a Falerone o la Festa della Trebbiatura a Venarotta.