Un italiano su tre ha aumentato i consumi domestici di frutta e verdura durante il lockdown e le vendite di ortofrutta nella distribuzione moderna hanno registrato un +15,8% rispetto allo stesso periodo del 2019, quando la crescita era stata del 3,3%.
Il dato emerge dall’osservatorio “The world after lockdown” di Nomisma e CRIF, che ha analizzato l’impatto della pandemia da Covid-19.
Boom per la frutta ricca di vitamina C
La crescita è stata sostenuta soprattutto dalla frutta: +20,4% a valore, rispetto al +13,4% della verdura. La motivazione più importante è data dai valori salutistici associati al suo consumo: in particolare sono stati premiati i prodotti ricchi di vitamina C, come arance e kiwi, ma anche mele. Buone performance arrivano anche dai surgelati.
A soffrire, invece, i prodotti “ready to eat”, come la quarta gamma e gli ortaggi pronti all’uso, e la quinta gamma, zuppe e minestre pronte da scaldare. Il 69% dei responsabili acquisti delle famiglie ha, inoltre, registrato un incremento dei prezzi.
E-commerce sdoganato, premiati i negozi di vicinato e i piccoli supermercati di prossimità
La pandemia ha sdoganato le vendite online; una famiglia su 4 ha acquistato ortofrutta tramite i siti web delle insegne della gdo: ma la domanda potenziale è più alta.
A causa delle tante richieste, durante il lockdown il 16% non è riuscito a effettuare l’ordine; un ulteriore 15% ha fatto un acquisto nei siti di produttori/mercati agricoli on line.
Guardando ai punti di vendita, i negozi di vicinato e i piccoli supermercati di prossimità sono stati preferiti alle grandi strutture. L’obiettivo di evitare assembramenti e le limitazioni agli spostamenti in comuni diversi hanno favorito questa scelta.
Premiate anche le insegne che hanno introdotto servizi di “click & collect”, ordini telefonici, via WhatsApp o tramite sito internet; la ricerca ha evidenziato infatti che il 16% delle famiglie ha fruito del food delivery.
Post lockdown, italianità, convenienza e salutismo i maggiori driver
Nei prossimi 6 mesi, dice la ricerca, il fattore Made in Italy, che trasmette sicurezza e implica solidarietà nazionale, la convenienza e quello della salute saranno i maggiori motivi di scelta dell’ortofrutta; il 60% dei responsabili acquisti, infatti, dichiara che l’italianità sarà ancora più centrale. Particolarmente importanti saranno i valori della territorialità o km zero e la rintracciabilità lungo la filiera (45%).
In vista dello scenario di difficile congiuntura economica, molta attenzione sarà riservata alla convenienza e al prezzo (42%); tra gli altri valori determinanti, anche il fattore bio (34%) e quello salutistico (32%), oltre alla sostenibilità del packaging (30%).