Il lembo di costa che va dalla Toscana centrale al nord del Lazio è la Maremma, terra dai molti volti, caratterizzata dalla presenza dei butteri, da grandi bovini dalle lunghe corna, tanti cavalli, mare con dune e spiagge, una natura meravigliosa e in molti suoi luoghi ancora incontaminata.
Un territorio diviso in tre zone
La Maremma è territorialmente suddivisa in tre zone distinte con loro precise peculiarità: la Pisana-livornese, la grossetana e la laziale; quella di maggior notorietà è la seconda, la maremma grossetana, ma l’intero territorio è caratterizzato da evidenti contrasti, nei colori, nella natura, negli ambienti naturali ed anche urbani.
Il termine “Maremma” indicava un tempo una regione paludosa affacciata sul mare, un acquitrino, dove le condizioni di vita sono sempre state difficili e ostili.
La Maremma Pisana e Livornese, nella parte settentrionale, comprende il litorale dei due capoluoghi e nell’entroterra le prime colline della Val di Cecina, Val di Cornia e delle Colline Metallifere, con molti comuni che hanno avuto una notevole importanza storica in epoca medioevale.
La Maremma Grossetana, nella parte centrale, è compresa tra il golfo di Follonica e l’Argentario, spingendosi nella bassa Valle dell’Ombrone e nelle aree collinari interne fino al monte Amiata.
La parte meridionale, la Maremma Laziale copre la parte occidentale della provincia di Viterbo e l’estremità più a nord di quella di Roma, lungo la costa dell’Alto Lazio e nell’immediato retroterra pianeggiante e pedecollinare della Tuscia.
Maremma, territorio degli Etruschi
Un tempo abitata dagli Etruschi, ma non mancano le testimonianze di presenze preistoriche, la Maremma venne poi occupata dai Romani i quali, per le caratteristiche del territorio, paludoso e malarico, non le dedicarono lo stesso interesse di altre parti d’Italia.
Anche il periodo medioevale, per gli stessi motivi, lasciò la Maremma un po’ in balia di se stessa, anche se vennero formandosi, soprattutto nell’entroterra, piccoli borghi e incastellamenti, assieme a conventi e monasteri.
Solo a partire dal ‘700 il territorio fu oggetto di un’imponente opera di bonifica e ripopolamento, realizzato dai Lorena, con l’irregimentazione di fiumi e torrenti, il prosciugamento delle zone paludose, il risanamento del territorio con la sua trasformazione in terreno coltivabile e la riorganizzazione dei latifondi.
Natura bellissima e tanti piccoli borghi
Oggi nelle pinete, nelle campagne maremmane e nei tanti piccoli borghi esistenti vivono una moltitudine di persone e prosperano numerose attività per lo più legate all’agricoltura, all’allevamento ed al turismo.
In questa terra aspra, dai forti contrasti, dai colori particolarmente belli, non è raro incontrare, specialmente all’interno del Parco Naturale della Maremma, dove l’ambiente è pressoché intatto, gruppi di “butteri”, gli antichi “cavalieri pastori”, oggi custodi dei cavalli maremmani e dei bovini dalle lunghe corna.
Tantissime le cose da ammirare in Maremma, troppe per farne un elenco; tantissimi i borghi storici che hanno mantenuto nel tempo le loro caratteristiche medioevali, sterminate le chiese ed i monasteri, uno dei quali è il bellissimo complesso abbaziale di San Rabano, del XII secolo, ma anche le pinete, con i loro profumi, il mare pulitissimo, le verdissime colline disseminate di ospitali agriturismi nascosti tra boschetti, ulivi e vigneti.
Un popolo, quello maremmano, particolarmente legato alle proprie tradizioni, dove s’intrecciano religiosità moderna e antiche credenze dalle origini precristiane; ogni paese ha le sue manifestazioni di vario genere, da quelle di carattere enogastronomico a quelle religiose, a quelle di natura artistica e culturale.
Una popolazione, tante tradizioni
Una delle tradizioni più sentita, legata alle antiche tradizioni popolari e contadine, è la “Festa delle Cantine”, che si svolge nelle cantine del centro storico di Manciano, con percorsi enologici ed enogastronomici alla scoperta degli antichi segreti della cucina tradizionale toscana.
Tantissime anche le gare ed i palii che rimandano ad un passato più o meno remoto, ciascuno con una sua peculiarità, come il Palio Marinaro dell’Argentario e quello dell’Assunta di Castiglione della Pescaia, oppure il Torneo della Rosa di Alberese, e decine di altri dove la destrezza dei butteri maremmani viene messa a dura prova.
Una delle più importanti manifestazioni storiche medievali della Maremma è il “Balestro del Girifalco” di Massa Marittima, una gara di balestra tra i terzieri cittadini con sfilata storica e sbandieratori, che richiama nel piccolo borgo toscano ogni anno migliaia di appassionati delle manifestazioni medioevali.
Una territorio con una grande gastronomia
Ogni iniziativa, come sempre succede, ha un contorno di eccezionali offerte enogastronomiche, con la presenza dei prodotti tipici maremmani ed una una cucina interessante, semplice e frugale, che abbraccia sia prodotti di terra che quelli di mare; la Maremma è infatti considerata la patria della selvaggina e dell’anguilla, del cinghiale e delle triglie, dei funghi e delle lumache.
Tra i prodotti tipici non mancano i tanti salumi, tra cui l’inconfondibile buristo, i formaggi, soprattutto pecorini, i vini, l’olio, il miele e gli altri prodotti del bosco, la bottarga di Orbetello.
Tra i piatti tipici della gastronomia maremmana primeggiano l’acqua cotta, la ribollita, gli spiedi di cacciagione, le pappardelle al sugo di lepre o di cinghiale, i pici al ragù, gli arrosti di cacciagione, il caciucco e il “buglione d’agnello” un piatto a base di pezzi di carne di agnello cotti in una salsa molto liquida, brodosa, con il suo tocco piccante è un’altra colonna della tipica cucina maremmana.
Morellino, Pitigliano, Ansonica, Monteregio, Capalbio, Montecucco, Parrina, Sovana sono i vini della terra maremmana, provenienti dalle dolci colline che dall’entroterra scendono a volte fin quasi al mare, coperte dai vigneti che si alternano agli oliveti che caratterizzano un paesaggio unico ed incantevole.