Bisognava avere ingegno e fantasia per ricavare da ingredienti poveri e a volte scarsi ricette gustose che rallegravano l’anima e rinvigorivano il corpo ed una di queste è la malbumfànnu.
La malbumfànnu di Rimella è una pietanza tipica di molte località alpine che, come sempre assume nomi diversi a seconda del luogo.
Non è una frittata né una crepe; si potrebbe dire che assomigli alle miacce piemontesi o alle “fiadarde” ed ai “chishöi” valtellinesi.
Rimella è una comunità Walser della val Mastellone, nell’alta Valsesia, in provincia di Vercelli, giunta in zona dal Vallese svizzero novecento anni anni fa, e che ha mantenuto nel tempo l’originaria lingua, cultura e tradizioni.
Il territorio di Rimella è praticamente suddiviso in quattro zone: il Centro, con le sue frazioni cantonali Grondo, Villa Inferiore, Chiesa, Prati, Villa Superiore, Sella; S. Gottardo, la parte sud orientale del territorio, la valle dell’Enderwasser; la parte nord della valle del Landwasser, nei primi tempi molto abitata ed i territori del Capezzone, il complesso degli alpeggi abitato dai pastori la sola estate, al di là dello spartiacque.
La malbumfànnu: preparazione
La preparazione della malbumfànnu richiede tre cucchiaini di farina di mais tostato nel forno e macinato finemente, un cucchiaino di farina bianca, due uova, due cucchiai di latte, un pizzico di sale ed un pezzetto di burro.
Le farine vanno mescolate con le uova, il burro, il latte ed un pizzico di sale fine, per fare un impasto che dev’essere abbastanza liquido.
Si deve quindi sciogliere il burro nella padella nella quale si versa l’impasto, che va cotto da entrambe le parti, finché la malbumfànnu è dorata.
A volte si aggiunge durante la cottura anche una fettina di toma per insaporirla oppure, per fare la malbumfànnu dolce, vi si aggiunge un cucchiaio di zucchero o una mela affettata.