Nell’ambito del territorio culturalmente omogeneo delle quattro province di Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza, caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi, c’è anche la piacentina Pecorara, piccolo borgo di poco più di 800 abitanti.
Il suo territorio è stato abitato fin dalla preistoria, ma di questo borgo si hanno notizie a partire dal medioevo, dove risulta tra i possedimenti della potente Abbazia di San Colombano di Bobbio, ubicata sulla strada che collegava il monastero alla Val Tidone.
Nei secoli che seguirono il paese passò da una signoria feudale all’altra seguendo le sorti di quel territorio fino ai giorni nostri; una di queste famiglie gentilizie fu nel ‘200 quella dei Da Pecorara, che diede alla chiesa anche un cardinale, cui è dedicata la piazza del piccolo borgo.
Pecorara, in Val Tidone
Proprio in questa piazza c’è la chiesa di San Giorgio, ma le cose più interessanti sono fuori paese, come il Giardino Alpino di Pietra Corva, sul versante destro della Val Tidone, a 950 metri slm, al cui interno si possono ammirare centinaia di piccole piante dai colori vivaci e dalle forme insolite, tutte della zona alpina.
Notevole anche la Rocca D’Olgisio, sul confine dei territori di Pecorara e Pianello, un bellissimo castello medievale che risale al 1037, quando ne divennero proprietari i monaci di San Savino, ai quali appartenne fino al 1296, passando poi anch’esso di mano in mano ai tanti potentati che governarono il territorio.
L’ex Oratorio della Madonna della Misericordia di San Lodovico in Vallerenzo, restaurato di recente, molto suggestiva, si puó visitare liberamente anche all’interno, chiedendone le chiavi in Comune.
Il paese del piffero appenninico
Pecorara fa parte del territorio famoso per il “piffero appenninico” lo strumento che da queste parti assieme alla fisarmonica ed alla “musa” la cornamusa appenninica, accompagnava un tempo le danze nelle feste popolari.
Strumenti che ancora si sentono suonare in alcune delle tante feste che vi si organizzano, in particolare nelle “Calendimaggio”, quando accompagnano la questua della “galëina grisa”, in frazione Cicogni, oppure durante “Val Tidone Festival”, “Appennino Folk Festival” e “Viaggi Festival”, tre manifestazioni legate alla musica che promuovono le località dell’Appennino, con artisti di fama internazionale della musica classica, jazz, folk ed etnica.
Zona di tartufi e prodotti del bosco e sottobosco
Altra manifestazione che si tiene a Pecorara e la “Rassegna del tartufo e prodotti del sottobosco”, dove i tanti prodotti tipici locali si mettono in vetrina, richiamando in paese una grande moltitudine di persone; il tartufo, infatti, viene considerato l’oro nero di Pecorara.
L’agricoltura continua ad essere la risorsa primaria della popolazione di Pecorara, il cui territorio è caratterizzato da colline più o meno dolci con tantissimi edifici rurali, la maggior parte dei quali di costruzione ottocentesca secondo le caratteristiche tipiche del podere emiliano: un unico blocco in sassi e legno a comporre la casa del fittavolo, accanto la stalla con sovrastante il fienile.
Tra i prodotti del posto troviamo il latte, la carne bovina, i cereali, la patata, il mais vitreo da polenta e l’allevamento dei suini per la produzione dei salumi piacentini tipici della zona, cioè il salame, la coppa, la pancetta, i ciccioli ed il lardo.