Nella zona attorno a Torre Guaceto, in provincia di Brindisi, si coltiva il pomodoro Fiaschetto, un prodotto agricolo storico in questa zona, che è un presidio Slow Food, in quanto sul finire del ‘900 ha rischiato si scomparire, soppiantato dal altre tipologie più produttive e redditizie.
Oggi il Fiaschetto viene coltivata in modo biologico all’interno della Riserva Naturale WWF di Torre Guaceto ed alcuni comuni confinanti da pochi coltivatori che hanno creduto nel suo recupero.
Fiaschetto di Torre Guaceto, una lenta ripresa dall’oblio
La lenta ripresa della coltivazione del Fiaschetto, con 100.000 piantine coltivate in circa 50 ettari, produce quasi 1.500 quintali di pomodoro.
Le fasi della coltivazione si rifanno alle tradizioni popolari, caratterizzate da una stretta relazione fra sacro e profano, scandite dal calendario dei Santi: per esempio il trapianto della piantina avviene come un tempo nel giorno di San Giuseppe, il 19 marzo, mentre il 13 giugno, giorno di sant’Antonio, si inizia la raccolta.
Il pomodoro fiaschetto, di colore rosso e colletto verde, buccia sottile, ricca di semi, peso medio di 15-20 grammi, in piccoli grappoli con 4/5 pomodori, è un prodotto da mangiare fresco oppure per produrre la classica passata di pomodoro.
La sua coltivazione, a ridosso della zona costiera di Torre Guaceto e l’impiego di acqua salmastra prelevata dai pozzi in superficie, gli conferiscono un sapore acidulo-salmastro, che gli viene abbassata facendolo maturare dopo la raccolta facendolo maturare su graticci di canne in ombra.