Situata sulla propaggine meridionale della laguna veneta, Chioggia è un luogo davvero molto bello, con la sua struttura a “spina di pesce”.
Praticamente circondata dall’acqua, con la laguna alle spalle e l’Adriatico di fronte, Chioggia è un luogo magico che sembra riprodurre in modo fedele, ma in miniatura, le architetture di Venezia, tanto da essere considerata la piccola Venezia.
Il paese si trova nel tratto di terra che divide la laguna dal mare, vicina alla località turistica di Sottomarina e agli stabilimenti balneari di Isolaverde: circondata di canali e calli, dalla laguna e dal Delta del Po, dagli Squeri dove le barche attraccano, e dalla statua del leone di San Marco, meglio noto come El Gato De Ciosa, per le sue ridotte dimensioni.
Un centro storico sulle isole
Il suo centro storico sorge su di un gruppo di isolette divise da canali e collegate fra loro da diversi ponti, anche se, a differenza del capoluogo provinciale, buona parte dell’area è percorribile dai mezzi a quattro ruote pubbliche e private.
Chioggia è, assieme alla vicina Sottomarina, situata nel tratto di terra che divide la laguna dal mare, un unico centro urbano grazie alla creazione dell’Isola dell’Unione e del suo omonimo ponte che taglia la laguna del Lusenzo.
Il resto del suo territorio è invece nell’entroterra e comprende le foci dei fiumi Brenta, Adige e diversi altri fiumi e canali minori, compresa la riserva naturale Bosco Nordio, raro esempio di quella che era la macchia del litorale alto adriatico nei tempi antichi.
Ritrovamenti archeologici rinvenuti nella zona fanno ritenere che la città possa essere stata fondata dai Pelasgi circa quattromila anni fa, un popolo di navigatori originario della Tessaglia, che avrebbero colonizzato numerose città nelle coste Adriatiche.
I romani successivamente caratterizzarono Chioggia con il tipico reticolato geometrico delle strade: il “Cardus” ed il “Decumanus” che si intrecciano perpendicolarmente e dai quali partono le strade e i vicoli laterali.
Durante la dominazione romana, Chioggia era importante soprattutto per le sue saline e il suo centro di produzione del “Sal Clugiae” considerato uno dei più pregiati e ricercati; l’attività più importante per l’economia della città che impegnava gran parte della popolazione.
La civiltà salinara di Chioggia
Questo sale, indispensabile per i commerci, consentiva agli abitanti di acquistare le altre merci difficili da trovare nelle terre lagunari ed era considerato un bene dello Stato, che sarà successivamente causa di guerre e battaglie tra la Serenissima Repubblica di Venezia e Padovani, Ferraresi, Romagnoli e Bolognesi.
Nell’alto medioevo, l’arrivo dei barbari portò moltissima gente dei paesi dell’entroterra a trasferirsi verso le più sicure isole lagunari, come Chioggia, facendo aumentare le città già esistenti e contribuendo alla fondazione di nuove città come Rivo Alto, la futura Rialto che mutò poi il suo nome in Venezia.
Nei secoli successivi la città divenne parte della diocesi di Malamocco, antica capitale della Repubblica Veneta, che una serie di eventi naturali quali l’abbassamento del suolo, eccezionali burrasche e l’erosione del mare, cancellarono lentamente lasciandola spopolata e finendo sommersa.
Essendo diventata Chioggia la città più importante della diocesi, nel 1110 si decise di spostare la sede vescovile proprio nella città del sale, portando anche le reliquie dei santi martiri Felice e Fortunato, ancora oggi patroni della città.
Numerose le testimonianze religiose
Il passato di Chioggia lo si evince anche dalle sue numerose chiese, come la Cattedrale di Santa Maria Assunta e la settecentesca chiesa di Sant’Andrea, con il suo campanile che è anche la millenaria antichissima Torre dell’Orologio.
Ed ancora la cinquecentesca chiesa della Santissima Trinità e quella di San Domenico, del 1200, che sorge su una piccola isola, separata dalla città dal canale di San Domenico, tutte con pregevoli opere d’arte.
Chioggia, città di ponti, calli e canali
Il centro storico di Chioggia, se osservato dall’alto, ha una forma a lisca di pesce, un’isola collegata alla terraferma da poche strade, con molte calli, campi e canali; il principale, per la tipicità dei palazzi e delle chiese che vi si affacciano, è il Canal Vena, attraversato da nove ponti, per molti versi simili a quelli presenti a Venezia.
Dal Canal Vena barche allineate e i palazzi che si riflettono sull’acqua, descrivono angoli che hanno inspirato artisti e scrittori, contribuendo a creare un’atmosfera impressionista e malinconica, come i dipinti che la ritraggono.
Il ponte più importante è il Ponte Vigo che chiude il canale a ridosso della laguna conducendo alla piazza omonima prospiciente la stazione dei battelli e nella quale troneggia un’alta colonna sormontata dal leone marciano, simbolo dell’orgoglio veneto ma ironicamente chiamato dai veneziani “el gato” il gattone, perché di dimensioni molto inferiori a quelle del leone di Venezia.
Un’altra caratteristica particolare di Chioggia è data dall’elevatissimo tasso di omonimia dei suoi abitanti, con oltre diecimila abitanti che portano due soli cognomi: Boscolo e Tiozzo, tanto da aver costretto l’Anagrafe ad ufficializzare il Registro dei Detti, i soprannomi popolari che distinguono i vari rami di una stessa famiglia, inseriti anche nei documenti ufficiali e che accompagnano la vita giuridica dell’interessato.
Le rocce nel mare
Il mare Adriatico di fronte alla costa di Chioggia ha sorprese non indifferenti; infatti al largo vi sono, ad una profondità tra i 15 ed i 40 metri, le cosidette “tegnùe”, massi isolati o grandi ed estese formazioni rocciose, temute dai pescatori per i danni che possono provocare alle reti ed alla pesca.
Si tratta di veri e propri “reef” naturali, sviluppatesi negli ultimi 3-4.000 anni e che differiscano da quelli tropicali perché i principali organismi costruttori qui non sono i coralli ma bensì le alghe rosse calcaree, chiamate “Corallinacee”, e che sono piene di una grande varietà di forme di vita.
Il valore naturalistico di questo habitat è stato riconosciuto e protetto con l’istituzione di una Zona di Tutela Biologica e divieto di pesca, permettendo soltanto l’osservazione e la fotografia da parte dei numerosi appassionati subacquei.
Sagre, feste e una gustosa gastronomia locale
La principale risorsa e fonte di sviluppo è la pesca che fa di Chioggia uno dei porti marittimi più importanti dell’Adriatico; a ruota c’è la produzione agricola dell’entroterra, in particolare quella del radicchio rosa di Chioggia Igp, che ha raggiunto punte di notorietà ben oltre il confine nazionale, così come la coltivazione della cipolla bianca.
Numerose le manifestazioni che vengono organizzate a Chioggia, in particolare nel periodo estivo, a beneficio dell’enorme flusso turistico che gravita sulla costa adriatica; tra queste la tradizionale Festa Popolare di Maria Ausiliatrice, la “Marciliana”, rievocazione storica medioevale con cortei storici e competizioni tra le antiche “contrade” e la “Sagra del Pesce” a luglio, dove i pescatori chiozzotti si fanno in quattro per preparare i piatti tipici della tradizione gastronomica locale; dieci sere di degustazione di piatti tipici della cucina locale, con enormi grigliate di pesce accompagnate da un ottimo vino Igt del Veneto.
Lungo Corso del Popolo, la Pescheria, c’è il mercato del “pesce al minuto” ad opera dei “mognoli”, i pescivendoli chioggiotti, che vendono moltissime varietà di pescato: dalle anguille ai calamari, seppie e polpi, fino alle famose vongole veraci.
La cucina crea un mix gustoso con gli ingredienti “Terra e mare” come le Bibarasse in cassopipa (vongole cotte con un soffritto di cipolla) o le Moleche (granchi in muta fritti in abbondante olio).
Anche il turismo balneare rappresenta un’altra forte fonte di reddito per i chiozzotti; gli stabilimenti balneari di Isolaverde e Sottomarina, la profondissima spiaggia con sabbia ideale per praticare la Talassoterapia, cioè le sabbiature, oltre alle escursioni nell’ampio Delta del Po, il porto turistico da cui partono i battelli per Venezia, la Croazia e Spalato e la cantieristica navale sono elementi di forte richiamo per turisti di tutta l’Europa.