Una delle tante vestigia del passato di cui anche la Valtellina, come del resto l’intera penisola, è ricca e che rappresenta un patrimonio culturale e turistico di cui si dovrebbe andare fieri, è il Priorato Cluniacense di Piagno, nel comune di Cosio Valtellino dedicato ai Santi Pietro, Paolo e Maiolo.
La costruzione, in posizione dominante sulla Bassa Valtellina, risale al 1078, quando Ottone e Bonizza dell’isola Comacina donarono i terreni ai monaci di Cluny, una cittadina della Francia, in Borgogna, sorta nel X sec. intorno alla celebre abbazia fondata da Guglielmo III duca di Aquitania.
I cluniacensi erano un ramo dell’ordine benedettino riformato nell’abbazia francese di Cluny che si distingueva per il suo accentuato spiritualismo.
Il Priorato Cluniacense di Piagno, dopo un iniziale periodo di sviluppo, due secoli dopo diventò una dipendenza del priorato di Piona, sul lago di Como, per poi subire un lento declino che lo accompagnò sino alla completa soppressione in epoca napoleonica.
Fu infatti abbandonato dai monaci cluniacensi tre secoli dopo la sua istituzione ed iniziò da quel momento la sua lenta decadenza, dopo il completo abbandono della sua funzione religiosa.
Priorato Cluniacense di Piagno, luogo di meditazione nella natura
Il Priorato si trova all’interno di uno slargo immerso tra boschi di castagni e robinie; del monastero rimane purtroppo ben poco: un campanile basso e tozzo, l’abside e parte del muro della chiesa e di un edificio adiacente che fungeva probabilmente da oratorio o cappella.
Il campanile è un tipico esempio di architettura valtellinese: a pianta quadrata, basso, con copertura piramidale in “piode” e quattro bifore sovrastate da archetti pensili.
L’abside semicircolare è suddivisa in quattro settori delimitati da colonnine, con tre piccole finestre ad arco; l’interno è decorato con affreschi di notevole bellezza e lo zoccolo è dotato di due file di cunei a dente di sega, contrapposti a quelli del sottogronda, che comprendono due file di cunei a zig zag e una terza fila a dente di sega.
Nella parete meridionale si apre un’apertura fornita di architrave, sormontata da un arco a tutto sesto che delimita una lunetta originariamente affrescata.
Una recente campagna di scavi, nella parte settentrionale della chiesa, ha riportato alla luce i muri di quello che doveva essere l’edificio adibito a dimora dei monaci, con tutti i servizi annessi: cucina, refettorio, celle, magazzino.
Priorato Cluniacense di Piagno, dove regna il silenzio e la pace
La piccola chiesa, che si trova in una posizione invidiabile e suggestiva, dove regna un silenzio e una pace d’altri tempi, è una meta ideale per escursioni in mezzo alla natura, che sta riconquistando anche qui sempre più rapidamente il suo spazio.
Il Priorato Cluniacense è raggiungibile a piedi o in bicicletta percorrendo una comoda ma ripida mulattiera che parte dal centro abitato di Piagno; occasionalmente vi vengono organizzate manifestazioni culturali che richiamano decine di persone.