In Irpinia, in particolare nel territorio di Casalbore e Montecalvo Irpino nell’avellinese ed anche in provincia di Benevento, viene coltivata una particolare graminacea, la “Speuta” o “speutona”.
Si tratta in pratica del “Farro Maggiore”, uno dei tipi di frumento che l’uomo conosce e utilizza fin dalla preistoria sia per la propria alimentazione che per quella di ovini e bovini.
La Speuta, conosciuta anche come Spelta, è nata con ogni probabilità nell’area del mar Caspio e deriva dall’incrocio tra il farro medio ed una graminacea selvatica; nel nostro paese non ha trovato un clima adatto al suo sviluppo; le uniche aree in cui viene coltivato sono infatti quelle irpine, che comunque non bastano a soddisfare la richiesta interna, coperta dalle importazioni dall’Europa centro-orientale e dalla Francia.
La pianta è costituita da uno stelo di circa un metro e da una spiga di circa 8-10 centimetri leggermente arcuata quando giunge a maturità; ciascuna spiga contiene una quindicina di chicchi ovali e allungati.
Il farro era alla base dell’alimentazione delle legioni romane che lo esportarono un po’ ovunque nelle loro guerre di conquista in Europa; veniva usato per fare il pane, le focacce e la polenta per sfamare le truppe e spesso anche le popolazioni conquistate; il termine “farina” deriva infatti proprio da “farro”.
La Speuta irpina, un cereale molto antico
La coltivazione del “farro” è andata via via riducendosi nel corso dei secoli, soppiantate per motivi prevalentemente economici in epoca medioevale soprattutto dal grano tenero, diretto discendente dal farro maggiore e dal grano duro, discendente invece dal farro medio.
Oggi questo tipo di cereale ha subito una riscoperta, grazie soprattutto all’agricoltura biologica, alla valorizzazione di zone agricole marginali, ma anche ad una nuova consapevolezza alimentare da parte dei consumatori, alla ricerca di prodotti con caratteristiche organolettiche e nutrizionali migliori e più sane.
Due le tipologie in commercio: il farro decorticato, integrale, che richiede l’ammollo prima dell’utilizzo e il farro perlato, ripulito e pronto per essere cotto; il primo è particolarmente ricco di vitamine, minerali e proteine, ma anche il secondo è un ottimo alimento, ricco di fibra vegetale, utilizzato per la preparazione di minestre, zuppe e insalate, ma anche per fare torte, pane e focacce.
Un tempo il farro veniva usato anche nella medicina tradizionale popolare per preparare decotti ed è ancora usata anche oggi nella medicina omeopatica per la soluzione di problemi gastroenterici, sia nell’uomo che negli animali.