Montappone, nell’entroterra fermano, è un borgo medioevale sulla sommità di un colle, conosciuto a livello internazionale per la produzione di cappelli, centro di un importante distretto produttivo di questo comparto.
Non si hanno notizie certe della sua origine; in epoca medioevale è stata teatro di scontri tra varie famiglie feudali, nel corso dei quali venne anche distrutto il suo castello, ricostruito dagli stessi abitanti; la storia di Montappone, nei secoli seguenti, seguirà il corso degli eventi che hanno caratterizzato questo territorio dell’Italia centrale fino ai giorni nostri.
Caratterizzato da una cultura legata ai ritmi della terra, ai suoi strumenti ed alle sue fatiche, sotto il sole, la pioggia e la neve, i montapponesi si sono specializzati nel corso del tempo nella produzione di cappelli, di paglia all’inizio e con altri materiali successivamente.
L’attività trae origine dai contadini e agricoltori dei colli fermani, i quali iniziarono a intrecciare i gambi del grano per trasformarli in copricapi, trasformandosi negli anni in produzione su vasta scala e Montappone, sul finire dell’Ottocento, è stato il primo centro italiano a industrializzarne la fabbricazione.
Montappone, dalla paglia al cappello
Infatti alle attività tradizionali che consistevano nell’intreccio della paglia e nella produzione e confezione di copricapo in paglia, si è affiancata la confezione di cappelli e copricapi di qualsiasi forma e materiale, per uomo, donna e bambino, oltre alla lavorazione di altri accessori per l’abbigliamento, tra i quali guanti, sciarpe e scialli nonché di articoli promozionali.
Nell’antico e piccolo borgo di Montappone, con poco più di 1700 abitanti, sono presenti una quarantina di cappellifici, molti dei quali fanno lavorazioni a mano seguendo l’antica tradizione tramandata di padre in figlio.
L’arte del cappello di paglia di Montappone diventa vetrina in estate, con l’organizzazione di una manifestazione ad esso dedicata che vede la presenza in paese di migliaia di visitatori, che possono partecipare a manifestazioni di carattere storico e culturale, tra cui la visita alla filiera, dal covone al cappello rammagliato.
Durante la manifestazione è ancora possibile ammirare il lavoro manuale di tante nonnine intente a cucire i cappelli di paglia con grossi aghi ed il filo refe, da vendere direttamente al pubblico. Nel periodo natalizio, invece, l’albero di Natale in piazza, anziché palle colorate, è addobbato di cappelli di ogni genere, casomai a qualcuno sorgesse il dubbio che Montappone non sia la capitale mondiale del cappello.
Montappone; il Museo del Cappello
In paese sono stati anche istituiti il Museo del Cappello, luogo storico in cui tutte le fasi della lavorazione sono illustrate passo per passo da proiezioni, fotografie, pannelli e macchinari d’epoca perfettamente funzionanti e posti lungo tutto il percorso della collezione, e la mostra permanente del “Cappellaio matto”, personaggio del libro “Alice nel paese delle meraviglie”.
Oltre alla “civiltà del cappello”, a Montappone si possono anche vedere l’Oratorio del Sacramento, con un bel portale trecentesco e la settecentesca Chiesa di Santa Maria in Castello, nella parte più alta del Vecchio Borgo, con il suo imponente campanile.
Nella Chiesa Parrocchiale di S. Maria e S. Giorgio sono conservate una tela cinquecentesca del Pomarancio ed una Croce Reliquiario del XV secolo.
A parte il periodo delle varie manifestazioni, sagre e feste religiose, comunque, Montappone rimane un paese tranquillo, dove si vive bene, dove la qualità della vita è notevole ed il piacere di stare insieme è ancora a misura d’uomo.
Da alcuni anni inoltre Montappone è diventato anche sede di una tappa del Grand Tour delle Marche organizzato da Tipicità in collaborazione con l’ANCI Marche, la manifestazione itinerante che dalla primavera all’autunno inoltrato ogni settimana porta turisti, curiosi e visitatori nei borghi più belli e suggestivi della regione, facendo loro conoscere le bellezze dei posti, le mille sagre e feste, i sapori di una gastronomia straordinaria e gli ottimi vini marchigiani.