Uno dei piatti più caratteristici del senese, probabilmente di tutta la parte meridionale della Toscana, sono i “Pici”, un tipo di pasta fatta a mano, simili agli spaghetti ma più larghi, tipici del sud della Toscana e di alcune zone confinanti, dove però sono conosciuti con nomi diversi.
La ricetta della preparazione dei Pici è estremamente semplice, servono solo farina di grano tenero, acqua e un po’ di sale; qualcuno ci mette un uovo per dare colore all’impasto ed e perché sia meno duro e più facilmente lavorabile.
Dopo aver lasciato riposare l’impasto per mezz’ora, lo si stende in una specie di sfoglia alta circa un centimetro, dalla quale si ricavano delle piccole strisce che vengono “appicciate”, cioè lavorate tra le mani filando il picio più sottile ed uniforme possibile, simile ad uno spaghettone grezzo.
La pasta così formata viene stesa su un panno di stoffa e impolverata con semola di grano duro o farina di granoturco, per evitare che i Pici si attacchino tra loro.
Trattandosi di una tipica pasta “povera”, ha bisogno di condimenti robusti e saporiti; quelli classici sono «l’aglione», un sugo di pomodoro saporito cui viene aggiunto aglio in quantità rilevante; il sugo di “nana”, cioè di anatra o più precisamente, come vuole la ricetta originale, il germano; il ragù di carne o la ricetta cosiddetta “alle briciole”, con briciole di pane soffritte o fritte.
Esistono varianti di tutti i tipi: ai funghi, alla salsiccia, alla carbonara, con ragù a base di cacciagione, come cinghiale e lepre, patate e fagioli, cacio e pepe ad esempio, o in molti altri modi, secondo i gusti contadini della Toscana rurale, talvolta anche con solo prodotti da orto.
La tradizione popolare di questo alimento si manifesta anche nelle moltissime sagre dedicate, come ad esempio quella di Celle sul Rigo nel comune di San Casciano dei Bagni, che si tiene ormai da più di 40 anni.