Se Cesenatico è nota in tutto il mondo come località tra le più belle e caratteristiche della riviera romagnola, fiore all’occhiello di un turismo prevalentemente balneare ed estivo, il suo Museo della Marineria è un fiore all’occhiello che contribuisce non poco a tale notorietà.
Da un certo numero d’anni Cesenatico ha ampliato la propria gamma di attrattività che ormai si è consolidata sull’intero periodo annuale, con manifestazioni sportive, specialmente ciclistiche, che attraggono appassionati delle due ruote a tutte le stagioni; iniziative culturali di qualità; una gestione attenta dell’ambiente, a partire dai parchi e dall’arenile; professionalità e cortesia di esercenti, albergatori e ristoratori, l’hanno portata ai primi posti nelle classifiche di gradimento dei vacanzieri.
Il Museo della Marineria
Perla nella perla, il Museo della Marineria, è suddiviso in tre sezioni specifiche, una delle quali sotto gli occhi di tutti, perché è quella “galleggiante” sull’acqua del porto-canale leonardesco.
Sullo specchio d’acqua prospiciente la sede del Museo, fanno bella mostra di se dieci barche delle diverse tipologie maggiormente utilizzate dalla marineria a vela nell’alto Adriatico tra la fine dell’ottocento e la prima metà del novecento: due “trabaccoli”, tre “bragozzi”, una “lancia”, una “paranza”, un “topo”, una “battana” e un “trabaccolo da trasporto”.
Altre due imbarcazioni storiche sono ormeggiate nella zona verso il mare, pronte a lasciare gli ormeggi per partecipare ad uscite dimostrative dell’estate ed a manifestazioni di barche d’epoca.
Tutte le imbarcazioni sono state attentamente restaurate e riportate all’antico splendore, con i loro vivaci colori e d i curiosi dettagli caratteristici, come gli “occhi di prua”, le “zoje” i “tralci floreali”, la “cuffia”, tutti elementi decorativi che richiamano più antichi riti magici e propiziatori.
Le vele al vento, autentiche opere d’arte
Ma ciò che rende unica la sezione galleggiante del Museo, sono le vele, che in estate per la gioia dei turisti e degli appassionati di fotografia, vengono quotidianamente issate all’alba ed ammainate al tramonto, compatibilmente con l’andamento meteorologico, anche se spesso, specialmente in alta stagione, la notte le vede tutte al loro posto, sapientemente illuminate, come fossero pronte a prendere il largo.
Nei loro colori, realizzati con terre e decorate con i simboli delle varie famiglie di pescatori, sono estremamente suggestive e piene di fascino, tanto da rappresentare con ogni probabilità l’elemento più fotografato dell’intera Romagna.
Nel periodo natalizio, poi, le barche ospitano un particolarissimo “Presepe della Marineria”, con statue a grandezza naturale sulle tolde delle varie imbarcazioni, sotto le vele, visitato decine di migliaia di persone che vengono a Cesenatico anche da molto lontano.
Museo della Marineria: la parte interna
Non meno interessante la sezione a terra del Museo, dove sono esposte alcune imbarcazioni e gli strumenti da lavoro dei marinai e pescatori del tardo ottocento e primo novecento.
Qui troviamo ancore, cordami, reti da pesca, il bancone da lavoro, la ruota da cordaio per la costruzione dei cavi, gli argani per tirare in secca le barche, vari tipi di vela, timoni, paranche, nodi marinari ed anche alcuni motori marini.
Non poteva mancare una sezione dedicata alle persone, ai pescatori ed alle loro famiglie, agli oggetti di uso quotidiano sia in porto, sia in barca durante il lavoro, come gli strumenti per la riparazione delle reti, l’abbigliamento, i sistemi di navigazione e di comunicazione, ma anche gli ex-voto di naviganti scampati a pericoli o naufragi.
La visita al Museo della Marineria di Cesenatico ed alle sue suggestioni ed emozioni, non può dirsi completa se non si entra anche nell’attiguo “Antiquarium”, un pezzo di Museo che “racconta” la vita quotidiana del territorio al tempo degli antichi romani.
Qui sono esposti reperti archeologici ritrovati nell’entroterra di Cesenatico, compresi materiali di scavo delle due fortificazioni dell’antico porto, la Rocca Medioevale e la cinquecentesca Torre Pretoria, delle quali si è ormai perso il ricordo, se non nei documenti e nelle pubblicazioni di cui il “bureaux” del Museo è intelligentemente fornito e che le migliaia di visitatori, in particolare quelli d’oltralpe, dimostrano di apprezzare tantissimo.