Un tempo i pastori dell’Ogliastra avevano l’abitudine di portarsi sui pascoli i Sa Coccoi Prena, una focaccia farcita da mangiare come piatto unico.
Ancora oggi questa focaccia, il “Sa Coccoi Prena”, viene preparato nelle case dell’entroterra, in particolare quando si preparano i tipici “culurgiones” perché il ripieno del Sa Coccoi è lo stesso dell’altra specialità sarda.
Sa Coccoi Prena, la preparazione
Per la preparazione dell’impasto del pane, si usa farina 00, strutto di maiale, anche se oggi si preferisce un po’ di olio extravergine d’oliva, acqua tiepida e un pizzico di sale; gli ingredienti vanno mescolati fino ad ottenere un impasto omogeneo e non appiccicoso, che va coperto con la pellicola per alimenti e lasviato riposare per mezz’ora.
Per il ripieno, invece, servono delle patate medie, il formaggio “fiscidu”, che è un formaggio di pecora fresco in salamoia, olio extravergine d’oliva, uno spicchio d’aglio, la cipolla, alcune foglioline di menta fresca, sale e pepe.
Come succede spesso, paese che vai, ricetta che trovi, per cui fuori dall’ambito ogliastrino non è facile trovare il formaggio “fiscidu”, che può quindi essere sostituito con la feta greca ed il caprino fresco oppure con un pecorino sardo stagionato.
La preparazione del ripieno comincia con la cottura delle patate, cotte con la buccia e un po’ di sale, che una volta cotta vanno sbucciate, schiacciate col passapatate e condite con l’olio nel quale sono stati fatti soffriggere l’aglio schiacciato e la cipolla tritata.
A questo punto si aggiungono i formaggi e la menta mescolando bene gli ingredienti, ottenendo una purea compatta e morbida, una cucchiaiata della quale che va sistemata sulla sfoglia preventivamente stesa e tagliata in tanti dischi di circa dieci centimetri di diametro, i cui bordi vanno “pizzicati”, cioè ripiegati in cinque parti.
Adesso i Sa Coccoi sono pronti per essere infornati su una teglia coperta da carta forno, mantenendo la temperatura a 180° per un quarto d’ora circa o poco più, finchè le focaccine diventano dorate ed il ripieno gonfiato.
La focaccia tipica ogliastrina è ottima mangiata calda, appena sfornata, ma anche uno o due giorni dopo, come facevano un tempo i pastori sui pascoli.